Riceviamo e pubblichiamo l'interrogazione del consigliere Mario Malandrone (Ambiente Asti) in merito alla richiesta di un incontro della rete "Welcoming Asti"
Il 9 maggio la Rete “Welcoming Asti”, composta da ACLI Asti, Uff. Diocesano Pastorale Migranti Asti, Centro Missionario Diocesano Asti, Caritas Diocesana di Asti, Ass. Noix de Kola, Libera Asti, Ass. Cittadinanzattiva Piemonte EPS – sez. Asti, Coordinamento Asti Est, Ass. Ananse), ANPI Comitato Provinciale di Asti, Associazione culturale Davide Lajolo, Ass. Love is Love, Casa del popolo-Ass. a Sinistra Asti, Find the Cure Italia Onlus, ha inviato al Sindaco una richiesta di incontro in relazione alla pubblicazione dei bandi C.A.S. e ai cambiamenti intercorsi dopo che a novembre sono state pubblicate le nuove Linee Guida riguardanti i bandi per i Centri di Accoglienza Straordinaria (DM 20/11/2018, prot. 14801/18).
Premesso
- che tale pubblicazione è stata accompagnata da diverse critiche che rilevavano, in particolare, come con le nuove Linee Guida non venissero solo dimezzate le ore di presenza degli operatori nei diversi centri (in alcuni casi senza copertura neppure sulle 24 ore), ma come fossero tagliati tutti i servizi finalizzati all’integrazione, a cominciare dalla cancellazione delle ore d’insegnamento dell’Italiano, presupposto e precondizione di ogni percorso d’inclusione, di assistenza psicologica e dal quasi azzeramento delle ore dei mediatori culturali, degli assistenti sociali e di assistenza legale
- che l’assenza o scarsità di risorse per l’integrazione inciderà anche su soggetti istituzionali o privati quali i CPIA e gli enti di formazione professionale
-che questo taglio mettesse fuori gioco gli operatori che maggiormente si impegnano a favorire l’integrazione e l’inserimento sociale
- che paiono a rischio anche i servizi di assistenza sanitari (ad esempio l’assistenza infermieristica è stata eliminata nei centri che ospitano sino a 50 persone e ridotta del 75% in quelli più grandi), che rende particolarmente critica, di fatto, la garanzia del diritto fondamentale alla salute, con tutti i rischi connessi.
- che tali scelte possono impattare sulle Amministrazioni Comunali, soprattutto in relazione al prevedibile aumento dei costi in servizi sociali e sicurezza per le persone accolte nei C.A.S. senza alcun servizio per l’integrazione
- che l’unica prospettiva per gli ospiti dei C.A.S. rischia di essere, infatti, quella di non poter fare nulla, di passare i giorni ad aspettare i lunghi tempi della burocrazia della valutazione della domanda di asilo, senza strumenti di conoscenza e di orientamento per sviluppare percorsi positivi d’integrazione e all’insegna della legalità.
Considerato
che tale vuoto di servizi fondamentali non potrà che accrescere il rischio di sfruttamento e arruolamento da parte della malavita (italiana e di connazionali stranieri), e/o nelle campagne (caporalato), oltre ad un inevitabile aumento delle tensioni sociali.
che con i nuovi bandi pubblici molti degli attuali gestori, radicati sui territori e che lavorano sulla qualità e su centri con piccoli numeri, non hanno partecipato al bando, rendendo non solo più difficile integrazione e inclusione dei migranti ma anche con ricadute negative sulle economie locali a partire dal taglio dei posti di lavoro del personale impiegato, soprattutto di giovani con alte professionalità: mediatori culturali, infermieri, insegnanti d’italiano, psicologi, operatori legali, educatori e assistenti sociali.
Inoltre con ricaduta sul settore dell’istruzione e della formazione
che Associazioni e Organizzazioni del Terzo Settore, Enti religiosi, su tutto il territorio nazionale (da Genova a Reggio Emilia, da Savona a Lecce, così come a Ferrara, Treviso, Viterbo, Savona, Biella, Bologna, Siena, Udine, … ) hanno espresso forti critiche.
che diversi sindaci hanno scritto ai Prefetti per invitarli a fermare i bandi, evidenziandone i rischi
che in Prefettura esiste uno strumento il CONSIGLIO TERRITORIALE PER L’IMMIGRAZIONE”, tavolo di confronto sulle migrazioni e che da almeno due anni non è convocato e che proprio nel periodo di maggiori trasformazioni legislative sarebbe uno strumento utile da sollecitare
Si interroga l’amministrazione per conoscere:
se ha risposto alla lettera di richiesta di incontro;
se ritiene di concedere a tale rete un incontro;
se intende farsi portavoce di tali preoccupazioni che vertono sul desiderio di una buona accoglienza;
se ritiene di coinvolge la Prefettura chiedendo una convocazione del Consiglio territoriale per l’immigrazione, al fine di poter discutere in un tavolo con i vari attori e l’Ente preposto a occuparsi dell’accoglienza e dei e delle tematiche migratorie
Mario Malandrone