Una vicenda che ha fatto molto discutere, non solo il Tribunale astigiano, ma tutto il mondo giudiziario piemontese.
Undici anni, da infliggere a un padre, accusato di violenza sessuale nei confronti del figlio e una sentenza emessa senza che fosse ascoltata la difesa.
I fatti il 18 dicembre, hanno creato un frattura tra giudici e avvocati. I legali astigiani hanno proclamato uno stato di agitazione, decisione maturata durante un'assemblea straordinaria all'Ordine degli avvocati convocata dal presidente Marco Venturino e dal presidente della Camera penale di Asti Alberto Avidano.
Anche le iniziative autonome per rappresentare i fatti a vario titolo, potranno essere adottate. "L'ordine - spiega un comunicato - dà mandato al Consiglio di individuare altre iniziative, inclusa l'astensione dalle udienze penali, affinchè siano adottati i provvedimenti idonei a superare la situazione e ripristinare il rispetto del ruolo di tutte le parti processuali".
Anche l'Unione regionale dei Consigli degli Ordini degli avvocati di Piemonte e Valle d'Aosta si rivolge i rivolge alla Corte d'Appello di Torino e al procuratore generale presso la stessa Corte per chiedere che siano adottate iniziative disciplinari nei confronti dei componenti del Collegio penale del Tribunale di Asti.
"Una gravità inaudita - sottolinea l'Unione - riconducibile a grave superficialità" riservandosi di valutare se il presidente del Collegio, che ha strappato il dispositivo nel momento dell'obiezione (l'avvocato non aveva ancora letto la difesa), non abbia violato l'articolo 490 del codice penale "come forse sarebbe stato subito addebitato ad un avvocato autore di un tale inaccettabile gesto".