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Curiosità | 22 febbraio 2019, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo: quando i villaggi migravano

Nuova puntata di invito ad approfondire la conoscenza di storie ed opere che arricchiscono Asti ed il suo territorio, dedicata questa volta al fenomeno medioevale delle villenove

Una veduta del castello di Montiglio

Una veduta del castello di Montiglio

A partire dal 1200, il riordino politico imposto dal Comune di Asti cambiò anche la geografia di villaggi, chiese e castelli. Villaggi in movimento, per motivi di sicurezza, verso colline e rilievi. Gli abitati abbandonati lasciarono spesso traccia della loro esistenza più antica, nelle chiese in origine parrocchiali, diventate poi di uso cimiteriale.

Per questo molte delle tante bellissime chiese romaniche, tipiche del nord astigiano, sorgono oggi in posizioni campestri, isolate o all’interno di antichi cimiteri. Le magnifiche chiese di San Nazario e Celso di Montechiaro, di San Secondo a Cortazzone o di Sant’Emiliano a Scandeluzza, frazione di Montiglio, tra le tante, ne sono chiari esempi.

Dalle nostre parti il processo era piuttosto comune in epoca medioevale: gli antichi villaggi erano insediamenti sparsi che facevano sempre capo ad una chiesa. Con l’affermazione del sistema feudale, tipico dell’XI e XII secolo, iniziarono a nascere, per controllare il territorio, i castelli. I villaggi poi iniziarono a coagularsi a loro ridosso, a creare borghi murati e protetti, poco dopo magnificamente rappresentati nelle miniature del Codex Astensis.

I vecchi abitati venivano abbandonati e distrutti per dare vita alle villenove. Gli abitanti costretti a trasferirsi nelle nuove località, su terre sottoposte alla giurisdizione comunale. Solo le chiese rimanevano in piedi ed oggi ne godiamo l’importante presenza nella loro originaria caratterizzazione, forse proprio perché abbandonate, favorendo nei secoli il mantenimento dei fantastici caratteri originari romanici. Tale fenomeno trovò un suo apice nel trecento, quando le guerre di fazione tra Guelfi e Ghibellini da Asti imperversarono anche nel territorio, per concludersi proprio a fine dello stesso secolo.

Grazie ai villaggi migranti del medioevo oggi abbiamo tante spettacolari testimonianze storiche ed architettoniche: le bellissime chiese romaniche dell’astigiano. In genere piccole costruzioni , con il piacevole e tipico alternarsi di rosso cotto ed arenaria bianco-gialla. Edifici, quasi sempre a mezza costa, in prossimità dei primitivi insediamenti romani, tutti orientati est-ovest, così che i fedeli fossero rivolti verso Gerusalemme e verso l’ascesa di Cristo e del sole. Interni ed esterni arricchiti da splendidi capitelli, cornici, archetti e dai più fantasiosi motivi scultorei e decorativi che rendono unici questi luoghi, non solo semplici testimonianze antiche, ma vere opere d’arte.

Ad ogni villanova corrispondeva un castello e questo è l’altro elemento monumentale caratterizzante il nord astigiano: tanti bellissimi castelli. Tutti di origine medioevale, imponenti, tenaci e fieri. Da Cortanze a Camerano, da Montiglio a Monale fino a Passerano Marmorito, sono ben venticinque quelli rimasti, distribuiti, accanto ad altrettante chiese romaniche. Tutto in un fazzoletto di terra.

Tanti luoghi eccezionali ed unici, spunti incredibili per raccontare la nostra storia, l’arte e le tradizioni; elementi fondamentali per sviluppare i flussi turistici in Asti e nell’Astigiano, sicuramente ancora non valorizzati e promossi nel loro incredibile insieme e legame storico con la Città.

Speriamo allora che, non aveste avuto ancora occasione di approfondire queste storie o di godere del fascino spettacolare del romanico del nord Astigiano e dei suoi tanti castelli, l’articolo vi offra lo spunto per farlo.

Esempi eccezionali della ricchezza del patrimonio storico, monumentale ed artistico di Asti e dintorni, a riprova della considerazione che viviamo in un posto bellissimo.

Davide Palazzetti

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