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Cultura e tempo libero | 06 aprile 2019, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo: il Sacro Monte di Mongardino

Nuova puntata di invito ad approfondire storie ed opere che arricchiscono Asti, dedicata questa volta ad un percorso devozionale settecentesco

L'Ultima Cena

L'Ultima Cena

Gli itinerari religiosi, dalle nostre parti, indubbiamente si sprecano: dalla grandiosa Cattedrale alla Collegiata di San Secondo, il Museo Diocesano, San Pietro in Consavia o la bellissima chiesa di Viatosto, un gioiello, e ancora il Santuario della Madonna del Portone e tantissime altre chiese, di incredibile fascino, storia e valore artistico. Oltre a tutto questo, il Sacro Monte di Mongardino, luogo assolutamente unico nell'Astigiano.

E’ costituito da quattro cappelle, ad inizio percorso, e altre tredici poste ad anello su un colle all’entrata del borgo con alla sommità una piccola chiesa, che ne racchiude la quattordicesima. Colle che prende nome da questa antica chiesa, dedicata a Sant’Antonio da Padova.

Le cappelle si iniziarono a costruire grazie alla tenacia del giovane sacerdote del tempo, don Giuseppe Tagliano, da Montà, e ad una cospicua donazione di una famiglia del posto. In ognuna sono rappresentate, con statue di gesso, scene della Passione e del Calvario di Gesù Cristo ed altre legate al credo Cristiano.

Questo spettacolare insieme, edificato nel 1739, costituisce l'unico esempio astigiano annoverabile in quel vasto fenomeno dei Sacri Monti, che si sviluppò nell'arco prealpino lombardo-piemontese dalla fine del XV secolo sino alla metà del XVIII, di cui nove sono stati dichiarati nel 2003 patrimoni dell'umanità Unesco.

Il colle su cui è eretto fu utilizzato dalla comunità a fini difensivi ad inizio Settecento, realizzando una trincea a protezione dalle scorrerie dell'armata francese impegnata nell'assedio di Torino. Di quel fossato difensivo si servì trent'anni dopo don Tagliano che, titolare del beneficio di Sant'Antonio da Padova, costituito da una piccola chiesa e dalle proprietà agricole del colle, vi fece edificare a tempo record il Sacro Monte.

All'interno delle edicole si possono osservare gessi policromi, alti dai 40 ai 50 centimetri, di ottima fattura e dalla ricca scenografia di contorno. Nelle quattro cappelle introduttive al ciclo passionale, scene dedicate alle Anime del Purgatorio, alla Natività, a Gesù nell'orto ed una imperdibile Ultima Cena.

Le cappelle vennero riedificate nel 1906 ed il restauro più recente delle statue è datato 1939. Il posto è veramente incredibile e, oltre ad urgenti nuovi restauri, necessiterebbe di essere adeguatamente valorizzato, raccontato e promosso. Un importante valore che potrebbe essere assai utile anche per sviluppare il nostro sofferente turismo.

Speriamo allora che, non aveste avuto ancora occasione di approfondire l’importanza e la bellezza di queste opere, questo articolo vi offra lo spunto per farlo, con la speranza che dall’interesse di tanti si arrivi presto alla sua tutela e valorizzazione, esempio eccezionale della ricchezza del patrimonio storico, artistico e monumentale di Asti, a riprova della considerazione che viviamo in un posto bellissimo.

Davide Palazzetti

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