Dai ricchi frutti delle colline del vino, fino ai tanti eccezionali prodotti della terra, con spesso antiche tradizioni di coltivazione, l’Astigiano è pieno di grandi eccellenze. Tutta questa qualità caratterizza come unico il nostro bellissimo territorio e certamente lo potrebbe valorizzare di più.
Il Rapporto Ismea-Qualivita, documento di ricerca sui prodotti agricoli geograficamente certificati, aggiornato a fine 2018 e da poco pubblicato, analizza l’importanza e l’impatto economico ed occupazionale delle denominazioni agroalimentari italiane, la loro presenza sul web e le loro potenzialità ancora non espresse. 825 le DOP ed IGP italiane, food e wine. Siamo primi in Europa; Francia e Spagna ci seguono sul podio con 685 e 329 denominazioni.
In Piemonte ne abbiamo ben 84, 25 food e 59 wine, e siamo la terza regione in Italia, a ridosso di Toscana e Veneto, tutte e due con 91.
L'Astigiano è ventesimo tra le province italiane per importanza economica della produzione, non cosa da poco. Da noi prima di tutto vini, ma anche una grande DOP come la Robiola di Roccaverano da unirsi a nocciole, tartufo e tanti altri prodotti eccezionali e distintivi come l’asparago Saraceno di Vinchio, il Cardo Gobbo di Nizza Monferrato, i carciofi della Valtiglione, il peperone quadrato d’Asti o quelli piccoli e carnosi di Capriglio e gli enormi pomodori Cerrato, tanto per citarne qualcuno; splendidi e gustosi esempi di altrettanto unici terroir, la tendenza del momento.
Dal Report emergono denominazioni protette ma poco valorizzate e sicuramente si evidenzia ancora una bassa coscienza del valore della DopEconomy, in particolare nelle sue relazioni con lo sviluppo turistico, con una generale presenza sul web e sulle reti sociali raramente accettabile ed utile. Una vera perdita di opportunità.
Oltre allora a vivere in un posto bellissimo, titolo di questa rubrica e dato di fatto, possediamo grandiose tipicità da usare per sviluppare turismo, per creare economia, seguendo le indicazioni Ismea: farle conoscere e promuoverle, legandole a storia, cultura e tradizioni locali.
Intanto, nell’attesa che anche loro diventino parte di un racconto, abituiamoci a consumare i grandi prodotti dell’Astigiano, comprandoli magari direttamente dai produttori; in città, al mercato di piazza Catena o il venerdì a quello a loro dedicato in piazza Statuto e, nel fine settimana del 29 e 30 giugno, non scordate di pianificare una gita a Roccaverano che festeggiano la loro spettacolare robiola DOP.
Prodotti unici, storie importanti e luoghi eccezionali: questo è Asti, questo è l’Astigiano. Si iniziasse a raccontarne in giro per l’Italia ed il Mondo, non più così difficile oggi grazie a tecnologia e reti sociali, saremmo letteralmente invasi da turisti. Non lo fanno gli Enti delegati? Convinciamoli, sempre più orgogliosi di vivere in un posto bellissimo.