Diciannove anni, Filippo Monticone è Rais. Abbiamo chiacchierato con questo giovane rapper, tra i vincitori del contest SonAsti, che questa sera sarà uno degli artisti ad aprire a Donatella Rettore, sull'immenso palco di AstiMusica.
Rais, sei tra i vincitori del contest SonAsti. Ti aspettavi di poter avere accesso a un’esperienza come questa?
No, non me lo aspettavo. Faccio musica in modo serio da poco tempo e non ho l'esperienza che possono avere altri artisti. Non sono partito così ottimista ma nemmeno troppo pessimista. Non mi sono fatto problemi: ho partecipato al contest per divertirmi e per farmi conoscere, cercando di prendere il più possibile da questa fantastica esperienza. Sono stato contentissimo quando ho saputo di essere stato scelto.
Come e quando è nata la tua passione per la musica rap?
La mia passione per il rap è nata quando avevo 12 anni, ascoltando Salmo e in generale il rap italiano. Successivamente mi sono aperto anche al rapper americano. Ho iniziato a scrivere testi nel 2016, ma su basi già confezionate. Scrivevo perché la scrittura era ed è per me una valvola di sfogo; è una necessità. Nel 2017 ho valutato seriamente la possibilità di fare musica. Ho comprato la strumentazione giusta. Facevo e faccio ancora tutto in camera mia, quindi ancora a livello amatoriale. Quando voglio fare uscire un mio prodotto, invece, vado a registrarlo in un posto professionale. Scrivere per me è esprimere ciò che sento. All'inizio i pezzi erano più monodirezionali, incentrati sulla mia persona e basta. Adesso i miei pezzi sono più una visione del mondo, della società che mi circonda. Analizzo criticamente il mondo, anche attraverso l'uso di simboli e metafore.
Una domanda che faccio a tutti i rapper protagonisti di questa edizione: 4 artisti su 6 sono rapper. Cosa pensi di questi numeri?
È una cosa che mi inorgoglisce. Non me lo aspettavo, non perché non ce lo meritassimo, ma perché non pensavo che il rap fosse così apprezzato dalla direzione artista di AstiMusica. Io faccio rap e mi definisco un rapper, ma ultimamente mi sto aprendo anche al cantautorato italiano, che apprezzo molto. Non penso che il rapper sia il genere migliore: non c'è un assoluto, tutti i generi sono importanti. Penso che con questa scelta la direzione artistica abbia voluto dare spazio ai giovani. Il giovane ha bisogno di esperienze come questa per farsi conoscere; ha bisogno di farsi notare, che è la cosa più difficile.
Quali sono le canzoni che sicuramente ci saranno nella tua scaletta di questa sera?
Sicuramente porterò i due brani grazie ai quali sono qui: "I will have my day" e "Fame". Il primo brano parla del mio sogno, "perché arriverà il mio giorno", in cui sarò quello che voglio essere. "Fame" è un brano dedicato alla mia famiglia e alla fame che ho di realizzarmi. Nel testo, infatti, dico "sogno di comprare una macchina a mio padre": sogno di poter contribuire ad aiutare la mia famiglia, diventando indipendente e realizzato. Ci sarà "Zitto e basta" e in più una canzone che ho finito di comporre qualche giorno fa. Si tratta del primo pezzo completamente mio: sono miei anche i suoni. Sono molto legato al testo di questa canzone: un testo legato alla filosofia di Nietzsche e di autori che ho potuto conoscere durante quest'ultimo anno di Liceo.
Aprirai a Donatella Rettore. Che cosa ti aspetti da questa serata?
Non conosco musicalmente Donatella Rettore, ma sarò felice di conoscerla. Siamo molto diversi e spero che la mia musica sia apprezzata. Spero che il pubblico sia per lo più giovane. Penso che il pubblico di Donatella Rettore sia un po' più grande e non so se apprezzerà il mio genere. Spero ci siano tanti giovani, che mi diano la carica.
Donatella Rettore
Personaggio fuori dalle righe, ironica e trasgressiva, raro esempio di cantautrice italiana, Donatella Rettore resta l’icona di un periodo particolare della storia musicale del nostro paese. Una carriera che la vide tra le stelle della hit parade, ma che che culminò soprattutto nel concept “Kamizaze rock’n’roll suicide”, scheggia impazzita nel panorama musicale italiano mainstream dei primi anni ’80 portata alla ribalta dai celebri brani come “Splendido Splendente”, “Kobra” e “Lamette”.