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Politica | 06 agosto 2019, 19:18

Affido: insieme per accogliere

Un incontro ad Asti per fare chiarezza sulla situazione degli affidi di minori in carico ai servizi del territorio

Affido: insieme per accogliere

Si è svolta stamattina, presso il Comune di Asti, alla presenza del sindaco  Maurizio Rasero e dell’assessore alle Politiche sociali Mariangela Cotto, una conferenza stampa dedicata al tema dell’affido familiare. Alla luce dei recenti fatti di cronaca di Bibbiano, “abbiamo voluto proporre alla cittadinanza un momento di riflessione e un’operazione di trasparenza”- sottolinea il sindaco di Asti Maurizio Rasero – “con la finalità di informare i cittadini sul lavoro svolto, dagli istituti preposti, a casa nostra”. All'incontro hanno partecipato i Servizi sociali del Comune di Asti e i consorzi CISA Asti Sud e COGESA.

Durante la conferenza, sono state evidenziate le caratteristiche principali dell’affido, ovvero la temporaneità, perché il bambino viene accolto in un nucleo familiare per un periodo di tempo circoscritto e il mantenimento e reinserimento nella famiglia d'origine, che è l’obiettivo a cui mira ogni intervento.

L’affidamento dei minori è disciplinato dalla legge n. 184/83, modificata dalla 149/01 che stabiliscono “il diritto del minore” a crescere in una famiglia e tutela i bambini indicando delle soluzioni alternative all’inserimento in struttura. Inoltre, l’articolo 1 della legge n.184/83 stabilisce che il minore abbia diritto di essere educato nella propria famiglia: “Questo è l’obiettivo a cui tendono tutte le unità d’intervento”, ci tengono a sottolineare le responsabili dell’Area Minori dei tre enti coinvolti.

Roberto Giolito, dirigente dei Servizi sociali del Comune di Asti, spiega “l’affidamento è un progetto complesso che coinvolge diverse figure: il bambino, la famiglia d’origine, la famiglia affidataria, il servizio sociale e i servizi sanitari, l’autorità giudiziaria e spesso anche altri attori (scuola, terzo settore,ecc). Le segnalazioni di situazioni di disagio provengono da ospedali, vicini di casa,  scuole, forze dell’ordine: da questo momento si attiva la rete e un’équipe interdisciplinare composta da medici, psicologi, assistenti sociali, forze dell’ordine, procura dei minori prova a costruire un progetto di intervento”. 

Cristina Gai, responsabile dell’Area minori del Comune, aggiunge “L’affidamento può aiutare la famiglia di origine a superare i problemi e garantisce la continuità dei rapporti con la stessa”.

Le tipologie di affido

L’affido può essere a seconda delle esigenze del minore:

- residenziale (il bambino è inserito stabilmente in una famiglia affidataria)

- diurno (il bambino viene accolto per poche ore al giorno aiutandolo in diverse attività quotidiane)

- parentale (il bambino viene affidato a un parente proveniente dalla famiglia d’origine)

Alcuni dati

Il Comune di Asti, su circa 300 casi di minori seguiti attualmente, evidenzia:

- 40 affidi diurni aperti

- 34 affidi residenziali (di cui 14 sono parentali)

- 6 affidi residenziali per minori stranieri

- 5 affidi preadottivi, ovvero affidi disposti direttamente dal Tribunale

Il COGESA, che ha in carico 41 casi di affido, sottolinea che solo uno è consensuale, ovvero la famiglia d’origine autorizza che il minore vada in affidamento per ricevere sostegno. Negli altri casi si tratta di affidi giudiziari. L’ente si occupa attualmente di 23 affidi residenziali e 17 diurni.

Il CISA registra 360 minori in carico nel 2018. Oggi segue 10 casi di minori in affido, di cui 6 eterofamiliari e 4 intrafamiliari, con un trend in diminuzione.

Il direttore del CISA stima una spesa annua totale pari a 160.000 euro per gli affidi avviati dall’Istituto, mentre per il COGESA la cifra è pari a 131.000 euro annui.

Fabiana Lanfranco


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