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Palio | 28 agosto 2019, 07:30

Ultima tappa del nostro viaggio virtuale alla scoperta dei Comuni che si contenderanno il Palio 2019

A ciascuno di essi corrisponde una splendida zona dell'Astigiano e la loro presenza certifica lo strettissimo legame tra il capoluogo e il suo territorio. Concludiamo con Castell'Alfero, Montechiaro e Moncalvo

Ultima tappa del nostro viaggio virtuale alla scoperta dei Comuni che si contenderanno il Palio 2019

Castell’Alfero, Montechiaro e Moncalvo. Orgoglio del nord

Tre Comuni a nord di Asti, accomunati dalla storia, tra loro e con Asti.

Castell'Alfero, adagiato su un colle, è sicuramente uno dei migliori balconi sull’Astigiano. La sua storia documentata parte nel 1159: Barbarossa conferma sotto la giurisdizione di Asti le ville di Barche e Cassano nei cui dintorni esisteva già una roccaforte, indicata come castrum Alferii, castello di Alferio. Oggi nel piacevole centro storico, le antiche porte d'accesso al ricetto e le mura medievali testimoniano l’importanza strategica di questo borgo. In cima al paese imperdibile l’elegante castello settecentesco, opera di Benedetto Alfieri. Tra le tante attrazioni non mi perderei neppure, in frazione Serra Perno, un gioiello botanico: il Roseto della Sorpresa, con la sua maestosa collezione di rose antiche e rare, inserita in un giardino ottocentesco.

Partecipa al Palio dal 1989, vincendolo due volte con i colori azzurro, bianco e oro. Unico Comune vincitore nello stesso anno, il 1997, sia del Drappo che del Palio degli sbandieratori.

 

Montechiaro d’Asti fu fondato invece il 19 marzo del 1200, quando gli abitanti dei borghi di Piesenzana, Mairano e Maresco giurarono fedeltà ad Asti, ottenendo il permesso di fondare la villa nova di Montechiaro.

Tra le numerose testimonianze del passato bella la torre civica medioevale che dà l'accesso al paese, detta il portone e risalente al XIII secolo, e la spettacolare chiesa dei Santi Nazario e Celso, tra le massime espressioni del grande Romanico Astigiano.

Nei suoi colori bianco e celeste ha vinto il Palio nel 1981, con lo stemma caratterizzato da tre colli e una grande croce trifogliata.

 

Infine Moncalvo, di chiara origine romana, dichiarato città già nel 1774. Ricchissimo di palazzi storici e belle architetture religiose dove sono anche custodite numerose opere pittoriche di Guglielmo Caccia, detto Il Moncalvo anche se originario di Montabone, nel sud Astigiano.

Da scoprire, nella frazione Patro, i subiet ëd Patro, fischietti in terracotta policroma, ancora oggi prodotti, un tempo usati nelle campagne come augurio per i raccolti.

Moncalvo è il Comune più blasonato, con 5 vittorie del Palio, l’ultima l’anno scorso, nei colori bianco e rosso. Vero smacco per rioni e borghi di Asti, anche se affievolito, credo solo leggermente, dall’origine del fantino vincitore: Federico Arri, astigiano, classe '94, speranza per un futuro di monte sempre più locali, in corsa il prossimo 1 settembre con i colori oro e rosso del Rione San Paolo.

Davide Palazzetti

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