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Cultura e tempo libero | 14 settembre 2019, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo pieno di marine e ombrellini

Nuova puntata di invito ad approfondire la conoscenza di storie e opere che valorizzano Asti, dedicata oggi alla mostra Impressionista di Palazzo Mazzetti

"Impression, soleil levant", opera di Monet, oggi esposta presso il Musée Marmottan Monet di Parigi, che ha ispirato il nome della corrente pittorica

"Impression, soleil levant", opera di Monet, oggi esposta presso il Musée Marmottan Monet di Parigi, che ha ispirato il nome della corrente pittorica

Che si sia obbligati ad approfittare di un’occasione speciale come la mostra Monet e gli impressionisti in Normandia, spero sia fatto certo e condiviso. 75 opere spettacolari che raccontano un movimento pittorico emozionante. Arrivano da lungo tempo di ricerca, quasi una caccia al tesoro, dell'associazione pubblico-privata Peindre en Normandie, che per una ventina d’anni ha girato in sale d'asta e gallerie d’arte fino a raccogliere più di centocinquanta dipinti di pittori, perlopiù francesi, con soggetto la Normandia, le sue spiagge, i suoi paesaggi, le sue nature morte, i suoi abitanti. Opere di pittori, diversi molto famosi, sedotti da luoghi unici e dai loro colori, tanto da produrre lì il meglio dell'impressionismo.

La collezione vanta quadri di Monet, Renoir, Boudin, Vuillard, Delacroix, Courbet, Dufy, Corot, e molti altri. Da diversi anni è diventata ambasciatrice di quelle regioni. È stata spesso esposta in Francia e all'estero. Milioni di persone hanno potuto così conoscere la forza culturale francese, la pittura normanna e la bellezza dei suoi territori: una mostra pensata ed utilizzata come strumento di promozione turistica verso i suoi lidi e le sue campagne, dipinte da grandi autori. Bravissimi.

Tutto questo grazie a qualche inglese e al caso: è indubbio che la Normandia esercitò una irresistibile forza di attrazione tra gli artisti del XIX secolo, a partire dalla scoperta che ne fecero alcuni pittori inglesi. Attraversavano la Manica per dipingere paesaggi, borghi e monumenti, oltre a temi sociali e di costume nuovi, come la vacanza, ombrellini inclusi che al tempo l’abbronzatura era più che volgare.

L’attitudine di questi artisti a dipingere dal vero, immersi nella natura e non più nel chiuso dei propri atelier, per cogliere meglio l’immediatezza e la vitalità del paesaggio , divenne modello per intere generazioni della pittura francese. A poco a poco Honfleur, Le Havre, Rouen diventarono centri di intensa creazione artistica di pittori parigini, assieme ai molti del posto. E’ questo che mi permetto di definire caso: l’incontro di persone alla ricerca d’avanguardia attratte da un posto, che si aggiungono ad una vivacità artistica locale insperata ed incredibile. Irripetibile.

La loro pittura, che è quella che ci aspetta nei saloni di Palazzo Mazzetti, è nuova, di impressione, con il colore come strumento principale di espressione e una visione più realistica e vicina alla natura di artisti che lavoravano en plein air, aiutati dalla diffusione della pittura a olio in tubetti, cavalletti pieghevoli e tele più piccole, tutto facile da trasportare.

Ma perché impressionisti? Il nome del movimento si deve ai critici d'arte dell'epoca, che definirono una sua prima mostra parigina Exposition Impressioniste, prendendo spunto dal titolo di un quadro di Monet del 1872, Impression, soleil levant. Inizialmente la definizione aveva un'accezione negativa, indicando l'apparente incompletezza delle opere, ma poi divenne vera bandiera del movimento. Bandiera che abbiamo fortuna di poter scoprire e godere, da oggi per quasi cinque mesi, sotto casa. Buona mostra.

Davide Palazzetti

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