Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del sindaco di Villanova, Christian Giordano, in relazione all'unità territoriale sanitaria, ferma ormai da 12 anni.
L'ultima delusione è di questa mattina, quando referenti della Regione Pimonte, che avevano dato diverse aspettative per permettere la realizzazione della casa della salute, ovvero una equiparazione a quest’ultima, mi hanno contattato dicendomi che anche per quest’anno non se ne sarebbe fatto nulla perché non ci sarebbero le risorse disponibili.
Una storia lunga 12 anni
Questa è una storia che va avanti da circa 12 anni. Villanova d’Asti è l’unico comune di una certa grandezza dell’astigiano, con una realtà industriale e territoriale importante, nel quale non è stata creata una casa della salute (che sono costate circa 3 milioni di euro l’una).
La soluzione identificata dall’Amministrazione comunale ormai dal 2015 è di dare alla Regione Piemonte l’opportunità di ristrutturare la sede attuale Asl, per farla diventare “casa della salute” con un investimento di circa 850 mila euro, così come dal progetto definitivo in mano all’Asl di Asti, cifra che rappresenterebbe un quarto degli investimenti compiuti in passato nei comuni di Canelli, Nizza Monferrato, San Damiano, Villafranca d’Asti.
Sono oltre 7 anni che il sottoscritto ha cercato in ogni maniera, con qualsiasi assessore Regionale (centro destra, centro sinistra), con tutti i direttori generali Asl la definizione di questa pratica.
Struttura semi vuota e in più... ci piove dentro
Nel frattempo la struttura è semi vuota, piove dentro, è stata spostata la guardia medica, la croce rossa, i veterinari, ridotti gli spazi di utilizzo, i medici di medicina generale sono andati altrove. È una situazione insostenibile, non più rimandabile per una realtà così importante nell’Astigiano.
Sono veramente estenuato, perché è l’unico progetto, importante, che evidentemente, non dipende da me e per il quale non sono riuscito ad avere risposte chiare e definitive.
Penso sia davvero poco rispettoso nei confronti di tutti i fruitori di questa struttura, che riguarda un bacino di oltre 12.000 abitanti, considerando i paesi limitrofi.
Una questione di dignità e di rispetto
Ritengo sia una questione di dignità e rispetto anche verso le istituzioni di queste realità, visto il tempo che si è fatto perdere inutilmente al sottoscritto e ad altri amministratori.
Pare quasi che ci sia una sorta di accanimento, anche se è impossibile soltanto scriverlo, non pensarlo. Spero che prima o poi questa vicenda si risolva perché non si può vedere una sede smembrata per la quale sono state fatte solo promesse, senza risultati.