Esattamente 25 anni fa, l'11 novembre 2000, Giorgio Forattini diventava cittadino onorario di Asti. Ora che se n'è andato tutti lo ricordano come il più grande, il maestro di generazioni di vignettisti, esempio insuperabile, parafrasando Cavour, di libera matita in libero Stato.
Eppure quando da sindaco proposi al consiglio comunale di conferirgli l'importante riconoscimento (allora Forattini collaborava quotidianamente con "La Stampa"), l'intera minoranza capeggiata dai DS, genitori dell'odierno PD, contrasto' fortemente l'iniziativa, accusando il celeberrimo vignettista, affermatosi sulle pagine dì "Repubblica", di avere tradito le sue originarie posizioni progressiste.
Non era così; Forattini era semplicemente Forattini, campione di libertà di pensiero e di disegno, ed ora che da Vauro al ministro Giuli se ne tessono le lodi senza distinzioni di schieramento, credo sia chiaro come quel voto non unanime per Forattini cittadino onorario sia stato un immeritato dispetto all'artista che ha sempre rifiutato un ruolo organico a qualsiasi parrocchia.
Tanto più che solo 2 anni prima, nel 1998, il consiglio aveva votato all'unanimità la cittadinanza onoraria a un altro grande, Amos Luzzatto, già consigliere comunale comunista, allora presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche italiane.
Forattini fu in ogni caso felice di quel riconoscimento, motivato con la fondamentale importanza della satira quale termometro della libertà di espressione di una comunità e dedico' all'evento una vignetta in cui si è immortalato legato alla sedia come il "concittadino" Alfieri.
Fai buon viaggio Maestro, e grazie per le tante lezioni di libertà e irriverenza che ci hai dato!
Luigi Florio















