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Attualità | 02 marzo 2020, 15:15

La paura del coronavirus non ferma la commemorazione delle Brusaji

Il ricordo delle giovani vittime si svolgerà, come di consueto, la mattina dell’8 marzo

La paura del coronavirus non ferma la commemorazione delle Brusaji

Anche quest’anno le donne CGIL Asti procederanno alla tradizionale commemorazione delle Brusaji, come sempre avviene in occasione dell'8 marzo. In accordo con l'assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Asti, si è valutato che la cerimonia possa aver luogo, quale bel segnale di parziale ritorno alla normalità.

L’iniziativa si svolgerà, quindi, domenica 8 marzo alle 10.30 presso il Cimitero Urbano di Asti e sarà all’insegna della multiculturalità, dell’accoglienza e della solidarietà tra lavoratori e lavoratrici di tutto il mondo, recuperando una antica tradizione internazionalista del movimento sindacale delle origini. Dopo il racconto dell’incidente nella fabbrica Stilar, le Brusaji saranno ricordate in tante lingue diverse. Alcune brevi frasi di saluto saranno lette prima in lingua italiana, e poi da donne straniere, ciascuna nella lingua di origine. In conclusione, un ricordo in dialetto astigiano, che sicuramente era la lingua parlata dalle ragazze quando erano in vita.

“Questa impostazione multiculturale, decisa molto tempo fa, assume un carattere ancora più attuale proprio alla luce dell'emergenza sanitaria di questi giorni – spiegano le organizzatrici – poiché i virus passano, le discriminazioni restano. E si sono visti brutti episodi, si sono sentite brutte parole, anche da parte di figure istituzionali, nei confronti della comunità cinese così come ieri le sentivamo nei confronti di chi proveniva dai paesi africani”.

“Noi siamo fermamente convinte – aggiungono – che il motto inciso sul monumento dedicato alle Brusaji ‘Lavorare per vivere non per morire’, ci indichi che tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, da qualunque parte del mondo provengano e dovunque vivano, debbano sentire la fraternità e la sorellanza di una comune condizione: quella di chi vive del proprio lavoro. E siamo altresì convinte che chi vive nella nostra città, arrivando da paesi lontani, debba sentire come suo il ricordo della tragedia delle Brusaji”

Redazione

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