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Economia e lavoro | 26 giugno 2020, 09:58

Stampanti 3D: cinque domande a cui rispondere

Inizialmente, queste stampanti erano destinate a un utilizzo prettamente industriale, poiché capaci di creare ogni genere di prototipo in maniera rapida e soprattutto economica

Stampanti 3D: cinque domande a cui rispondere

Da quando sono state inventate, le stampanti tridimensionali stanno vivendo un periodo di forte crescita, spinto anche da una notevole riduzione dei prezzi rispetto al periodo iniziale. Il loro successo si deve al fatto che sono in grado di costruire qualsiasi oggetto attraverso una particolare meccanica di costruzione basata su assi cartesiani piuttosto che su strumenti laser.

Se non avete mai avuto a che fare con questi dispositivi, probabilmente la vostra mente sarà affollata da dubbi e interrogativi che con solerzia e determinazione cercano di farvi desistere dall'acquisto. Per rendervi il compito più facile, in questo post abbiamo raccolto alcune delle domande più frequenti che ci vengono poste quando ci si avvicina a questo particolare settore, in modo che possiate imboccare la strada giusta.

Cos'è una stampante 3D?

Prima di tutto, ci preme sottolineare che le stampanti 3D - come il termine stesso fa dedurre - sono la “logica” evoluzione della stampa come l’abbiamo sempre intesa. Si tratta, in pratica, di dispositivi capaci di realizzare qualsiasi oggetto tridimensionale attraverso un particolare procedimento di fabbricazione additiva, che parte da un modello disegnato tramite software per plasmarlo con l’ausilio di appositi materiali.

Se la definizione non è molto chiara, potete pensare alle costruzioni realizzate con i mattoncini Lego, che vengono posizionati uno sopra l’altro per costruire la base, e poi incastrati tra loro in senso verticale e orizzontale per creare un determinato modello.

Come funziona?

Per meglio comprendere come funzionano le stampanti 3D, bisogna partire dalla tecnologia impiegata per la stampa. La più diffusa è quella a produzione additiva (Fused Filament Fabrication), nel senso che l'oggetto viene costruito uno strato per volta, partendo dalla base e proseguendo man mano fino a coprire l’intera altezza.

Un'altra tecnica molto frequente è la Digital Light Processing (DLP), che espone uno speciale polimero liquido alla luce inattinica di un proiettore per modellarlo e indurirlo fino a ottenere l'oggetto desiderato.

Con la tecnologia CJP (Color Jet Printing), invece, si può ottenere un risultato più professionale, perché viene utilizzato il gesso o la polvere di plastica come materiale di costruzione. A differenza delle precedenti, il modello plasmato viene rivestito da uno strato di binder (legante) che permette di colorarlo con più di sei milioni di tonalità, oltre a consentire di creare qualsiasi forma si desideri, anche se fuori “squadra”.

A cosa serve una stampante 3D?

Inizialmente, queste stampanti erano destinate a un utilizzo prettamente industriale, poiché capaci di creare ogni genere di prototipo in maniera rapida e soprattutto economica. Negli ultimi tempi, però, le cose sono cambiate grazie alla produzione di modelli per uso domestico che, sfruttando una serie di file facilmente scaricabili dal web, offrono la possibilità di realizzare oggetti di qualsiasi tipologia e forma, dai giocattoli ai modellini, passando per le action figure da dipingere a piacimento, e molto altro ancora.

Di recente, questi dispositivi hanno riscontrato un grande successo anche nel campo medico, dal momento che attraverso questa particolare tecnologia è possibile produrre anche “manufatti” molto avanzati, come protesi dentarie, placche per trapianti facciali, incubatrici e impianti ossei.


Quanto costa una stampante 3D?

Il costo delle prime stampanti tridimensionali era piuttosto proibitivo, mentre oggi è possibile acquistare dei buoni modelli a un prezzo abbastanza conveniente e accessibile a tutte le tasche.

Ovviamente, la portata dell'investimento da sostenere dipenderà dalle caratteristiche del prodotto e dalle performance richieste in termini di risoluzione e funzionalità, ma visto che si tratta di un settore merceologico in piena espansione, i prezzi tenderanno via via a scendere e la qualità ad aumentare.

A ogni modo, per avere un'idea concreta sui costi di questi dispositivi, ecco una guida all'acquisto che propone una panoramica completa delle offerte più convenienti attualmente disponibili sul mercato.


Quali materiali vengono usati nella stampa 3D?

Man mano che l'innovazione tecnologica avanza anche i materiali impiegati nelle stampanti 3D si rinnovano, e se fino a ieri i più utilizzati erano il nylon e l'ABS, oggi si può optare anche per sostanze riciclabili e biodegradabili come il PLA (acronimo di Acido Polilattico) che, sebbene non sia particolarmente resistente o malleabile, si fa apprezzare sia per la sua natura “ecologica” sia per la particolare varietà di colori.

Molto in voga nei processi di stereolitografia e fusione è anche l’acciaio, che può essere rivestito con altri materiali per dare vita a effetti e tonalità diverse. Dulcis in fundo, esistono anche stampanti 3D progettate appositamente per l'impiego nel campo alimentare, che sfruttano ingredienti come la polvere di cacao e lo zucchero per creare particolari decorazioni su torte e dolci.

Anzi, c'è chi pensa che questi dispositivi, sempre in continua evoluzione, potranno addirittura alimentare l'intera popolazione mondiale nel futuro, producendo cibi di ogni genere in base alle esigenze delle persone per risolvere il problema, non solo della fame nel mondo, ma anche delle intolleranze alimentari e delle allergie.


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