Terza puntata di questo appuntamento settimanale, dedicato al nostro bellissimo territorio. Occasione sia per suggerire ai residenti spunti di riscoperta, che per colmare assenze informative verso il turismo di prossimità e non. Fondamentale la partecipazione di tutti, condividendo con orgoglio sui propri profili social.
Dal bellissimo Nord Astigiano, ci spostiamo ad Asti. La ricchezza del capoluogo è tale da necessitare almeno tre puntate, non certo esaustive, ma spero sufficienti a non dover più leggere o sentire robe del tipo: dopo aver mangiato e bevuto, magari dormito una notte, proprio per non rischiare di non superare l’alcol test, cosa può fare un turista ad Asti? Se va bene c’è una mostra a Palazzo Mazzetti. E poi? Perché un turista dovrebbe fermarsi ancora ad Asti?
Tre i suggerimenti di itinerario: emozioni sacre, ricchezze medioevale ed opulenza barocca.
Nell’ipotizzare allora un percorso sacro in Asti, partirei da cinque punti fermi: Cattedrale, Collegiata, San Pietro in Consavia, Santa Maria di Viatosto e Sacro Monte di Mongardino. Banali, probabilmente noti a tutti, ma di certo impatto su un turista. Spettacolari punti di inizio per aprirsi al tantissimo altro.
Eccoci in Cattedrale, la sua è una storia antica che parte dal V secolo per arrivare all’attuale costruzione con il campanile romanico della seconda metà del ‘200 e l’imponente chiesa in stile gotico, finita nel 1354. Grandioso l’interno, ricco di opere antiche come due acquasantiere, una longobarda e l’altra tardo medioevale, poste su capitelli corinzi del III secolo; e poi tanta arte; quattro formidabili dipinti del grande Gandolfino, maestro astigiano del ‘500, una Resurrezione del Moncalvo, un gruppo di sculture in terracotta che rappresenta la Deposizione, datato 1502, affreschi di Gian Carlo Aliberti e la spettacolare opera scultorea di Tommaso Groppa, fine ‘600, in rame dorato raffigurante la Madonna. Tra le varie ricche cappelle laterali anche quella dove è sepolta la madre di Vittorio Alfieri, Monica Maillard de Tournon. Persino panche e sedute sono eccezionalmente interessanti, ancora in gran parte marchiate con gli antichi stemmi nobiliari dei proprietari. Usciti, d’obbligo un giro in due musei a due passi: quello Diocesano, dove è esposto parte del tesoro del Duomo, assieme ad un paio d’opere del prolifico Gandolfino, e il Museo del Palio, anche lui sacro per molti, a Palazzo Mazzola.
Poi una breve passeggiata su corso Alfieri, rimandando ad altri giorni la visita di Palazzo Alfieri, Ottolenghi, Mazzetti e le tante altre varie ed eventuali, ed eccoci a rimirare la Collegiata di San Secondo. Proprio bella e tra le più antiche di Asti. A lato del Palazzo comunale opera di Benedetto Alfieri, prospiciente alla piazza omonima, è il cuore della città. Anche qui il meglio all’interno: la cripta del VII secolo, che ospita il reliquiario cinquecentesco contenente le ossa di San Secondo, un grandioso ed imperdibile polittico di Gandolfino, l'adorazione dei Magi, e una affascinante raccolta di antiche bandiere e Palii.
Dal sacro al profano, prima di continuare il tour, obbligatoria una sosta ristoro. Tra i tanti piacevoli locali, sceglierei l’emozione di farlo all’ombra di una torre medioevale, quella dei Guttuari che poi dei Guttuari non era, ma questa è un’altra storia, nella vicina, spettacolare, piazza Statuto.
E allora altra passeggiata fino in fondo a corso Alfieri, passando ovviamente dall’omonima grandiosa piazza, oggi ancor più bella in parte resa pedonale, fino all’unicità del complesso di San Pietro in Consavia, costituito da quattro affascinanti edifici databili tra il XII e il XIV secolo. Fin dal medioevo sede dell’Ordine Gerosolimitano, offre l’occasione di immergersi nella migliore esperienza di storia ed arte, a partire dall’imperdibile Battistero. Di fronte, obbligatoria la visita all’interno della Chiesa di San Pietro, recente, ma che custodisce due capolavori speciali: un maestoso organo, prodotto da Giuseppe Vitani da Pavia, un grande, nel 1592, e la Madonna del Tempo, bellissima statua lignea trecentesca da pochissimo riportata ai dovuti onori.
Con calma, il giorno o i giorni dopo, due gite fuori porta. Due posti veramente speciali a cui dedicare tempo per massimizzare il piacere: la chiesa di Viatosto, unica per posizione e per la tanta bellissima arte che racchiude, e il percorso devozionale settecentesco di Mongardino, a passeggiare tra le sue cappelle, poste ad anello su un colle all’entrata del borgo, con alla sommità una piccola chiesa. In ognuna sono rappresentate, con statue di gesso, scene della Passione e del Calvario di Gesù Cristo ed altre legate al credo Cristiano, a creare uno spettacolare insieme, unico esempio dell’Astigiano annoverabile nel vasto fenomeno, tipicamente piemontese, dei Sacri Monti.
Se poi il nostro turista fosse veramente preso dal tema sacralità avrebbe solo da sbizzarrirsi tra le tante altre bellissime architetture clericali delle più svariate epoche; gli basterebbe fermarsi un altro paio di giorni per togliersene la voglia e scoprire la ricchezza presente in città. Tanto per dire.
In Breve
domenica 04 maggio
sabato 03 maggio
Che tempo fa
Rubriche
Accadeva un anno fa
Attualità