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Attualità | 03 ottobre 2020, 10:32

"Faremo sentire la nostra voce", un gruppo di genitori della Jona, continua le proteste [FOTO E VIDEO]

"Alcuni di noi sono disperati, un figlio da accompagnare alla Jona un altro all'Enofila. Bisognava avere un piano B"

"Faremo sentire la nostra voce", un gruppo di genitori della Jona, continua le proteste [FOTO E VIDEO]

Il Covid ha sicuramente rallentato i lavori alla scuola Jona di via Sardegna, di fatto il cantiere sta creando non pochi problemi alla ripresa dell'anno scolastico, iniziato sotto una stella difficoltosa.

Un progetto che vedrà, una volta terminato, 22 classi per la didattica frontale, laboratori, spazi per la didattica innovativa, auditorium, palestra anche per attività agonistiche, spazi per la mensa e uffici.

Sul piede di guerra, alcuni genitori in contrasto con il sindaco

Ma al momento molti genitori sono sul piede di guerra per come sono state distribuite le classi in attesa della conclusione del cantiere.

La storia è nota: 12 classi sono state sistemate all'Enofila e 10 all'università, ma lunedì con l'avvio dell'anno accademico, le classi sono tornate nel "moncone" della Jona, scatenando non poche proteste per il rumore e la polvere respirata dai ragazzi, che hanno fatto qualche ora di educazione fisica, praticamente nel cantiere a pieno regime. Lunedì scorso alcuni genitori hanno avuto una discussione anche con il sindaco Rasero.

Un centinaio di loro si sono costituiti in un comitato per chiedere un confronto con l'amministrazione e la ditta che sta realizzando i lavori.

"Si potevano spendere meglio i soldi per incrementare gli spazi all'Enofila - spiega un'agguerrita Grazia Massobrio, portavoce dei genitori e mamma di una ragazzina che frequenta la prima media - un intero piano è occupato dalla segreteria, non sarebbe stato meglio dare priorità agli allievi? La struttura potrà essere usata anche in futuro, non ci possono far cadere dall'alto che 'hanno speso i soldi per noi'. Non c'è un piano B e noi, prima che iniziasse la pandemia, avevamo già proposto diverse soluzioni".

Il comitato si riunisce online per proporre soluzioni

Qualche giorno fa il gruppo si è confrontato con una riunione online, tra loro rappresentanti di classe dove è stato abbozzato un documento e presto ci saranno novità.

"Alcuni genitori sono disperati anche perché hanno un figlio che frequenta la scuola alla Jona e un altro all'Enofila, non sarebbe stato difficile cercare di andare incontro alle esigenze delle famiglie. Inoltre c'è troppa disparità tra le due sistemazioni. Almeno all'Enofila c'è la palestra, anche se c'è una classe senza finestre. Quando a giugno del 2019 ci siamo riunìti nel teatro della Jona per parlare con l'impresa, l'assessore ecc, i professori ci hanno pregato di iscrivere i nostri bambini, altrimenti avrebbero perso la cattedra e lo abbiamo fatto tutti volentieri. E oggi qualcuno ci dice 'Se non vi sta bene andatevene'? È inaccettabile".

Le criticità segnalate sono tante: dai martelli che provocano sollecitazioni ai pavimenti, ai bambini che soffrono d'asma, ai termoconvettori ad aria che, al momento dell'accensione, forse non saranno il massimo per il ricircolo, soprattutto per il rispetto delle normative. 

I cantieri in realtà sono tre

Non solo, di fronte c'è un altro cantiere per abbattere la tettoia davanti al campo di beach volley, dove sarà creata una palestra e la BVG che gestisce i campi, sta lavorando agli spogliatoi, quindi in realtà  i cantieri nei pressi della scuola Jona sono tre.

"Anche i giardinetti - continua Grazia - sono allo sbando, incolti, non curati e mal frequentati a tuttte le ore. Faremo sentire la nostra voce".

"Oggi, concludono i genitori, come quasi tutti i sabati, la ditta era ferma e in questi mesi li abbiamo visti lavorare ben poche volte. Essendo in ritardo, lavorare di sabato sarebbe stato il minimo. Essendo in proroga lo stato di emergenza non valgono neppure le penali per i ritardi".

Betty Martinelli

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