Tra le norme del nuovo dpcm che stanno facendo più discutere, il primato probabilmente spetta a quella che prevede che nei ristoranti non vi possano essere più di sei persone per tavolo. Regola che – come del resto già avvenuto in passato per altre disposizioni, poi corrette ‘in corsa’ – si presta a ‘libere interpretazioni’ che consentono di aggirarla pur non violandola: ad esempio, prenotando in dieci suddivisi in due tavoli da cinque.
Escamotage che alcuni ristoratori, particolarmente attenti ai rischi correlati il mancato rispetto del distanziamento fisico, rifiutano con fermezza. Perché – come scrivono in un post sulla pagina Facebook del locale Fabio Fassio e Elena Romano, gestori del ristorante dell’Enoteca Regionale di Nizza Monferrato ‘La Signora in Rosso’ e conosciuti anche per l’impegno teatrale con il Teatro degli Acerbi – “Tanto lo sappiamo che si arriva abbracciati, ci si saluta e ci si bacia, la tentazione è forte, siamo un popolo di gente che esprime l’affetto…”
I gestori scrivono ancora “Non possiamo permetterci di chiudere di nuovo perché non resistete alla tentazione di fare ammucchiate sociali”, non prenotate per dieci chiedendoci di dividerli in due da 5 o se siete in 12 non chiedeteci di fare due tavoli da 6.
“Vi aspettiamo a braccia aperte – concludono –, ma le nostre braccia ora possono accogliere al massimo 6 PERSONE alla volta. Ci sarà più affetto per ognuno”. Legittimo chiedersi se anche altri colleghi ristoratori seguiranno il loro esempio.
La capienza del locale è e resta di 70 coperti.