Prossimamente verrà istituita una Borsa di Studio in memoria di Matteo Trento, giovane chef moncalvese il cui sogno di aprire un proprio ristorante si spezzò drammaticamente il 22 settembre 2016. Quando il 25enne, che all’epoca era chef del ristorante ‘Sans souci’ di Champoluc (AO), venne colpito da un’emorragia cerebrale. Dopo due mesi di ricovero all’ospedale di Aosta, il padre riuscì a farlo trasferire in quello di Alessandria, dove purtroppo Matteo è spirato il 23 dicembre 2017, dopo 457 giorni di coma.
Metabolizzando in modo costruttivo quell’inatteso e profondo dolore, Franco Trento - artigiano edile da sempre impegnato nella vita della comunità (è stato, tra l’altro, presidente della Pro loco moncalvese) – ha dato vita all’associazione di promozione sociale no profit “Il cielo di Matteo”, di cui è presidente, con la quale promuove numerosi progetti di solidarietà e inclusione, rivolti in particolare ai più giovani.
Alle numerose attività fin qui svolte, come accennato, si aggiungerà presto una Borsa di Studio, il cui importo è al momento da definire, che verrà annualmente destinata a un allievo meritevole dell’Istituto Alberghiero “Sergio Ronco” di Trino Vercellese (VC), dove Matteo si formò professionalmente.
“Mio figlio ha sempre avuto a cuore l’Alberghiero che ha frequentato – ricorda Franco Trento – Un Istituto che gli ha fornito le basi per un lavoro che lui ha poi continuato con orgoglio, passione, determinazione e sacrificio, iniziando subito a lavorare come aiuto cuoco non appena diplomato e continuando senza sosta fino a diventare, a soli 24 anni, chef del ristorante SaunSuci di Champoluc”.
Dopo la scomparsa di Matteo, l’Istituto ha mandato una rappresentanza ai funerali e affisso una targa in sua memoria, un affetto che Franco Trento ha sempre ricambiato ponendosi a loro completa disposizione e accennando al desiderio di istituire una borsa di studio in memoria del figlio.
“A settembre, come associazione, abbiamo fornito varie strutture scolastiche di dispositivi di protezione individuale – prosegue Franco –, solo alle scuole di Moncalvo abbiamo portato 1.000 mascherine e termoscanner, e quindi avevo chiesto anche all’Alberghiero se gliene servissero, ma erano forniti”.
“Finché, ieri sera, mi ha chiamato la dirigente scolastica per chiedermi se ne avevamo ancora a disposizione e per propormi di far loro visita per parlare ai ragazzi del percorso e dei sacrifici fatti da Matteo per diventare chef e delle attività che svolgiamo come associazione”.
Nel corso della telefonata, la professoressa Cinzia Ferrara gli ha altresì comunicato il via libera alla proposta di istituzione di una Borsa di Studio: “Non ho ancora idea della cifra, ma servirà sicuramente come piccolo imput per un ragazzo che voglia proseguire in un settore così difficile, faticoso, stressante e che, soprattutto agli inizi, richiede tante ore e tanti pianti”.