Nel tira e molla dei colori, il Piemonte 'guadagna' nuovamente l'arancione, dopo l'analisi tecnica dell'andamento epidemiologico che fa rientrare l'ormai famoso Rt sotto l'uno.
La nostra regione era in rosso dal 15 marzo.
Si torna a scuola
Le scuole tornano in presenza al 100% fino alla terza media e al 50% per le superiori, in tutto il Piemonte ad eccezione della provincia di Cuneo: in questa zona, permanendo la zona rossa, lunedì e martedì la scuola sarà in presenza fino alla prima media e in dad dalla seconda media in su, per uniformarsi poi da mercoledì alle regole della zona arancione.
Parrucchieri ed estetisti aperti
Riaprono negozi, estetisti e parrucchieri e salta il divieto di uscire di casa se non con autocertificazione e per motivi di urgenza, lavoro, scuola e salute.
La circolazione è consentita liberamente all'interno del proprio comune di residenza, ma resta comunque vietato superare i confini comunali se non per urgenze, salute, lavoro o scuola.
Si può tornare a far visita a parenti e amici, che era invece vietata in zona rossa., ed è consentito una volta al giorno, rispettando gli orari del coprifuoco dalle 22 alle 5, a due persone, più minori di 14 anni e persone disabili, ma solo entro i confini comunali. L'unica deroga per chi vive in centri con meno di 5mila abitanti che è autorizzato a spostarsi nell'arco di 30 chilometri.
Consentito, come in zona rossa, raggiungere le seconde case all'interno della Regione e anche fuori regione, a meno di ordinanze locali restrittive, come quelle in vigore.
Solo asporto per bar e ristoranti
Non riaprono invece bar e ristoranti, chiusi in Piemonte dal 1° marzo, per loro è consentito l'asporto fino alle 22 (fino alle 18 per i bar) e la consegna a domicilio, senza restrizioni di orario.
“Il ritorno in zona arancione è un segnale importante e anche i dati della pressione ospedaliera mostrano finalmente una progressiva riduzione dei ricoveri sia in terapia intensiva che in degenza ordinaria”, rilevano il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi.
Ma “dato che il numero complessivo dei contagi e dei ricoveri resta comunque alto, così come lo sono drammaticamente le vite e gli affetti che il Covid si sta portando via”, Cirio e Icardi evidenziano che “oggi più che mai riaprire non significa abbassare il nostro livello di attenzione e prudenza, ma al contrario alzarlo ancor di più”.