Alla fine le lettere di licenziamento cominciano ad arrivare. Non una sorpresa, purtroppo, per i 400 lavoratori ex Embraco di Riva di Chieri, ma un'ulteriore colpo che francamente speravano di evitarsi, dopo oltre 3 anni e mezzo di vertenza, manifestazioni, ma soprattutto impegni, promesse e giravolte.
E invece, i primi documenti sono già stati recapitati. La firma in calce è quella del curatore fallimentare, Maurizio Gili: "Con l'approssimarsi del termine della cassa integrazione - si legge - autorizzata fino al 22 luglio 2021, la curatela si è vista costretta ad avviare la procedura di licenziamento collettivo", si legge nella lettera recapitata ai lavoratori.
La procedura è terminata il 26 aprile
Procedura che si è esaurita lo scorso 26 aprile. "Con la conferma dei provvedimenti e dell'impossibilità di ricorrere a misure alternative". Proprio il punto su cui si sono accesi i toni nel confronto con i sindacati e il Governo, che sia tramite il Mise, sia tramite il Ministero del Lavoro, puntava invece a concedere nuovi ammortizzatori sociali, causale Covid, proprio per allungare i tempi e permettere al progetto Italcomp di decollare.
Tutto fermo, invece. E mentre da oltre confine arrivano notizie di interessamenti all'acquisto della Acc di Mel (l'altra  componente del progetto Italcomp, che invece non interesserebbe ai  gruppi stranieri che stanno valutando di rilevare l'azienda veneta), il  tempo continua a trascorrere. https://www.torinoggi.it/2021/05/01/leggi-notizia/argomenti/economia-4/articolo/embraco-la-crisi-di-400-lavoratori-celebra-il-primo-maggio-a-nichelino-foto-e-video.htmlIl Primo Maggio, alcuni lavoratori hanno ricevuto alcuni pacchi alimentari per il sostentamento proprio davanti ai cancelli dello stabilimento di Riva di Chieri, mentre un presidio ha partecipato alla cerimonia organizzata dal Comune di Nichelino. 
 
Recesso del rapporto dal 22 luglio. I sindacati: "Fare presto"
"In virtù di quanto sopra, mio malgrado, le comunico il recesso del rapporto di lavoro a far data dal 22 luglio 2021", conclude la lettera. Proprio l'epilogo che nessuno vorrebbe davvero trovarsi a raccontare, in questa vicenda.
E i sindacati - Fim, Fiom, Uilm e Uglm - non ci stanno. "Abbiamo poco tempo, serve la proroga degli ammortizzatori sociali e l'attuazione del progetto del Polo Italiano del compressore Italcomp. Oggi, per l'ennesima volta, abbiamo scritto al Governo e ai Ministeri competenti perché si passi in fretta dalle parole ai fatti. Le 400 famiglie torinesi sono allo stremo e nei prossimi giorni torneremo a manifestare pubblicamente per chiamare tutti i soggetti coinvolti ad assumere le proprie responsabilità. A partire dal governo Draghi".















