E siamo arrivati all’ultimo giorno di vacanza. Il programma di Anne per questo sabato era di svegliarsi presto e farsi il giro delle 5 torri in Langa Astigiana e nel pomeriggio partire alla volta di casa.
Fortuna vuole, così secondo Jan, che l’assoluta tranquillità del resort dove avevano trascorso la notte e un insperato relax, fisico e mentale, della sua giovane compagna, li avevano fatti svegliare quasi alle dieci. A quel punto i 28 chilometri che collegano ad anello le torri di Monastero Bormida, San Giorgio Scarampi, Olmo Gentile, Roccaverano e Vengore, nei suoi dintorni, era meglio farli in auto.
Jan non avrebbe mai e poi mai messo in discussione la scelta di lei, ma l’idea di farsi una camminata di qualche ora tra gli alti e bassi delle verdi colline dell’estremo Sud Astigiano per poi guidare dodici ore fino ad Anversa, non lo entusiasmava. E allora Nood breekt wet, un detto pare molto popolare dalle sue parti che giustifica comportamenti fuori dalle regole quando ci si trova in situazioni d’emergenza. Da noi un detto simile non avrebbe così tanta vita con la nostra bella abitudine di dare interpretazioni spesso personali al termine conforme alle regole.
Prima tappa: Monastero Bormida. Subito presi e affascinati dalla bellezza del posto, dal suo antico ponte romanico a schiena d’asino, dal castello che originariamente era un monastero e la torre era il campanile. Buon per loro fosse un fine settimana di Castelli Aperti e, anche se non previsto, Anne si è lasciata convincere a visitarne gli interni, così ricchi di pavimenti a mosaico e soffitti a vela e a crociera, affrescati a motivi floreali e geometrici. Piaciuti, molto, anche se seicenteschi.
Poi San Giorgio Scarampi, piccolo borgo in pietra composto da un paio di chiese e quattro o cinque case, dominato dalla torre medievale dalla cui terrazza si gode una vista sconfinata, multi fotografata da Anne. E ancora, Olmo Gentile: torre del XII secolo e castello di fine XVII, quando il vescovo di Acqui elesse lì la sua dimora abituale.
Gran finale a Roccaverano dove, viste la torre in piazza e quella di Vengore, poco fuori del borgo, ecco Anne a smaniare per visitare un altro dei suoi must, la chiesa di San Giovanni. Antica parrocchiale che cela uno dei più importanti cicli di affreschi tardo gotici del Piemonte, un luogo d’arte che Anne aveva studiato assai, ma visto sempre e solo in foto. Ne è uscita abbagliata ed entusiasta, tanto da salire in macchina senza quasi ricordare che la vacanza era finita, che si stava per tornare a casa.
Le successive tante ore di viaggio li hanno portati a parlare a a parlarsi, a commentare il visto e vissuto. Tanto racconto ex post da riportare, giovedì prossimo.