Una casa piena di ricordi, affollata di strani oggetti tra cui la semplice falda di un cappello che cambia forma nelle sapienti mani del trasformista più grande al mondo e almeno 60 personaggi diversi in un uomo solo.
L’incanto di Arturo Brachetti ha incantato, ieri sera, il Teatro Alfieri di Asti e si appresta a farlo nuovamente oggi alle 17.
Se avete il biglietto siete fortunati, vedrete qualcosa di unico e meraviglioso, dove meraviglioso è proprio l’essenza stessa della meraviglia e dello stupore. Si sta a bocca aperta e si applaude per 90 minuti e, a dirla tutta, la meraviglia è tale che gli occhi spesso si riempiono di lacrime.
Dalle serie televisive ai cartoni animati, un uomo in scena per 60 personaggi
Lo spettacolo ‘Solo, the legend of quick-change’ dell’attore, trasformista e illusionista Arturo Brachetti lo vede in scena partendo dai personaggi delle serie televisive, a cantanti famosi, surreali personaggi di un matrimonio e molto altro.
È uomo, donna, vecchio, giovane, alto, basso, è Wonder Woman ma anche Hulk, è Pavarotti ma subito dopo Elvis Presley. Ed è un uomo con la sindrome di Peter Pan alle prese con un’ombra indisciplinata (Kevin Michael Moore) che vuole farlo crescere.
Una sorta di viaggio nella mente di Arturo, nei suoi ricordi e fantasie che poi sono quelle di tutti noi. 7 stanze e 60 personaggi che si trasformano sotto i nostri occhi stupiti.
Un grande maestro dell'imprevedibile
Un grande maestro dell’imprevedibile che miscela con un’arte unica realtà, finzione, magia, illusione e tanta bellezza. Non solo, sul palco prendono vita altre sue affascinanti discipline: le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e la sorprendente sand painting.
Dopo quattro trionfali stagioni in Europa (450.000 spettatori in quattro stagioni in quasi 400 repliche, innumerevoli sold out e standing ovation) ritorna sui palcoscenici europei, partendo proprio da una Asti che conosce bene e ama, dove ha amici orgogliosi che lo seguono sempre.
Un uomo piemontese, schivo, delicato, gentile e riservato che non dimentica mai da dove è partito e ringrazia il suo maestro che a fine spettacolo sale sul palco con lui, don Silvio Mantelli, salesiano, il ‘Mago Sales’ vero guru di Arturo che, con la sua Fondazione e il Museo della Magia, aiuta duemila bambini nel mondo. Arturo lo chiama e invita i presenti a fare una donazione “Perché di lui mi fido”. La produzione dello spettacolo, Arte Brachetti, vede coinvolta la famiglia di Arturo: il fratello Giorgio ne è presidente mente la sorella Laura è l’amministratore delegato. Nello staff anche il promettentissimo allievo, Luca Bono.
Un bambino di 64 anni
Alla fine presenta i suoi collaboratori, sono una preziosissima decina grazie ai quali è possibile lo spettacolo. In che modo non lo si può scoprire, lo spettacolo infatti era interdetto ai fotografi, ma le immagini sono stampate negli occhi degli spettatori. Ha 64 anni Arturo, in forma perfetta e forse cercare di mantenere il bambino che resta dentro di noi aiuta davvero.
“Mamma quando finisce? Perché io voglio che non finisca mai”. La frase di Aurora, sei anni, spiega la vera essenza di questo incredibile spettacolo.