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Attualità | 05 marzo 2022, 19:00

Anna, da vent'anni ad Asti: "Ucraine chiedono aiuto a mia sorella in Romania. Le ho detto di dare loro tutti i miei vestiti"

Da Asti una storia di solidarietà a distanza, partita dalla 'solita' telefonata tra sorelle. "Alla porta di casa in Romania ci sono due donne ucraine con i figli piccoli in braccio. Con loro hanno solo un cambio"

La guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina

169 km a sud, 362 a ovest. 

È la lunghezza del confine dell'Ucraina con la Romania.

Un paese vicinissimo alla terra in cui oggi si consuma il dramma della guerra. Quello che, nel 2022, dopo una pandemia, si sperava di non dover vivere più. Mai più.

Anche in Romania questi sono giorni di paura. Lo racconta bene Anna (nome di fantasia), rumena che da quasi vent'anni vive ad Asti.

La telefonata: "Due donne ucraine con bimbi chiedono aiuto alla porta"

La sorella di Anna vive in Romania. Si sentono quotidianamente al telefono per raccontarsi a vicenda le giornate trascorse tra famiglia e lavoro. La telefonata di ieri, però, è stata diversa.

"Sono arrivate alla porta di casa due donne ucraine - le ha detto al telefono la sorella, che vive in Romania - Hanno sì e no 30 anni. In braccio avevano i bimbi piccoli. Mi hanno chiesto aiuto, sono scappate dalla guerra attraversando il confine".

Anna ci racconta di aver vissuto la telefonata con la sorella con profonda tristezza. Tristezza per un popolo nuovamente messo in ginocchio dalla guerra. Una guerra così vicina, geograficamente e umanamente. 

Con loro hanno solo un cambio di vestiti. E basta

"Mia sorella mi ha detto che le ragazze hanno solo un cambio di vestiti e niente altro - racconta Anna - I mariti sono rimasti in Ucraina e da lì non possono uscire".

Ai ragazzi dai 18 anni in su, infatti, non è permesso passare il confine. Confini che, oggi, sono teatro di spettacoli che strappano il cuore. Genitori che riabbracciano i figli, mogli che sperano di vedere ancora una volta i propri mariti. Carovane di auto, furgoni e bus. Carovane di speranza, quella che, ancora una volta, è l'ultima a morire. 

"Le ragazze sono preoccupate per i loro mariti rimasti lì e per i loro figli piccoli, a cui vogliono dare un futuro - spiega Anna - In Romania, però, il lavoro non c'è, è una tragedia. Bisogna dare una mano anche a distanza".

"Regala tutti i miei vestiti a chi busserà alla tua porta"

E così Anna ha fatto. In quella casa di famiglia in Romania, Anna ha ancora tutte le sue cose. Vestiti, borse, scarpe: un guardaroba che non vede da tempo, ma che c'è ancora.

"Ho detto a mia sorella di regalare tutte le mie cose a queste ragazze e a chi busserà ancora alla sua porta, perchè continueranno a bussare persone lì, ne sono certa - racconta Anna - Ognuno di noi deve dare, per quanto nelle sue possibilità".

Elisabetta Testa

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