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Cultura e tempo libero | 24 marzo 2022, 18:10

Giovedì 31 marzo alle 21 riprende la rassegna Vite di Versi, dedicata alla poesia

Il primo relatore sarà Franco Rabino, che presenterà Rimbaud. Le letture saranno affidate a Ileana Spalla

Giovedì 31 marzo alle 21 riprende la rassegna Vite di Versi, dedicata alla poesia

Giovedì 31 marzo alle 21 riprende la rassegna Vite di Versi, dedicata alla poesia.

Il primo relatore sarà Franco Rabino, che presenterà Rimbaud, le letture saranno affidate a Ileana Spalla

L'appuntamento è alla Casa del Teatro 3 - Via Camilla Scarampi 20.

Info e prenotazioni: info@casadelteatro3.it  oppure Allive.it 

Rimbaud - L'ultimo mestiere

L’elenco dei mestieri praticati da Rimbaud dopo aver abbandonato la scrittura poetica pare quasi infinito: istitutore in lingua francese, traduttore, contabile, agricoltore, soldato che subito diventa disertore, cavatore di pietre, capocantiere edile, commerciante di caffè e prodotti coloniali, studioso del corano, trafficante d’armi…

La stessa irrequietezza, la stessa bulimia di vita che lo aveva percorso nella pratica della poesia lo guida nell’approccio quotidiano alla vita. Essere tutto, essere in tutto.

Rimbaud in Africa è un giovane uomo (oppure, a scelta, un maturo ragazzo) che si è lasciato alle spalle opere che cambieranno da lì a poco il mondo, ne faranno il nome più importante della poesia del suo tempo e del suo secolo ma nel suo presente, in ciò che è la sua vita, è poco più che uno sbandato.

Per scelta non scriverà più un solo verso né mai più accennerà nelle numerose lettere al passato. E’ altro da se, distante da ogni precedente esperienza.

La rivoluzione della lingua è perduta, forse sepolta anch’essa sotto ai 40mila morti della Comune di Parigi, l’altra rivoluzione della prima giovinezza.

La poesia non muta nulla, a che serve aprire orizzonti nuovi con una lingua nuova?

A che serve essere veggente?

E dunque ben venga l’Africa, la terra arsa e sabbiosa che circonda Aden, un luogo dove può non piovere per anni e in cui il sentirsi perduto è naturale connotazione dell’esistenza.

Eppure in questo orizzonte mobile e incerto Rimbaud prova anche ad inventarsi l’ennesimo mestiere, forse l’ultimo; fa investire alla madre una somma ingente per procurarsi un’attrezzatura completa e un laboratorio fotografico e inizia a scattare fotografie. Apparentemente perché vede in questo un investimento economico, ma forse no, forse inizia un’altra storia che possiamo solo intuire e supporre…

Comunicato stampa

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