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Cultura e tempo libero | 23 maggio 2022, 17:20

"Non chiudete il nostro Museo per lavori, ma fatecelo spostare temporaneamente in altri locali"

L'appello arriva dal Museo della Divisione Italiana Partigiana Garibaldi ed è rivolto al Comune

"Non chiudete il nostro Museo per lavori, ma fatecelo spostare temporaneamente in altri locali"

Nel 2015 è stato istituito ad Asti, in Palazzo Ottolenghi, il Museo della Divisione Italiana Partigiana Garibaldi, grazie alla cessione in sub-comodato, da parte della Sovrintendenza di Roma Capitolina al Comune di Asti, dei cimeli di proprietà dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini.

Il Museo, unico in Italia, è dedicato alla storia di circa 20.000 militari italiani abbandonati, l’8 settembre 1943, in Montenegro, senza ordini e senza rifornimenti. L’epopea della Divisione Garibaldi, nata a dicembre 1943 e costituita prevalentemente da Alpini della Divisione Taurinense e da Fanti della Divisione Venezia, fu tragica (alla fine della guerra, rientrarono in Italia, in armi, circa 3.600 soldati) e gloriosa in quanto, come riconosciuto anche dalle popolazioni locali, la Divisione contribuì, in alleanza con i Partigiani Jugoslavi, alla liberazione di quei territori dai nazi-fascisti, riscattando, in questo modo, l’onore degli Italiani che, con i nazisti, avevano invaso i territori medesimi.

Il Museo, in questi anni, ha avuto molti visitatori, incuriositi e sorpresi da una vicenda bellica poco nota, che hanno lasciato molti messaggi di apprezzamento ed è stato il fulcro di eventi organizzati dalla Sezione astigiana dell’A.N.V.R.G. quali, ad esempio, la presentazione di libri, convegni e mostre

Avendo recentemente appreso che il Comune richiede di disallestire il Museo della Divisione Italiana Partigiana Garibaldi, chiudendolo per almeno due anni, e non, come era stato definito in un primo incontro tenutosi a marzo, di mantenerlo in “formato ridotto” nelle sale che non saranno oggetto dei restauri previsti in Palazzo Ottolenghi, abbiamo ritenuto doveroso evidenziare le conseguenze negative della chiusura e fare, con spirito collaborativo, una proposta alternativa al Comune.

Proposta che, a tutt’oggi, è rimasta senza alcuna risposta.

La nostra Associazione, erede della Società di Mutuo Soccorso fondata dall’Eroe dei due Mondi, è un Ente Morale, inquadrato tra le Associazioni Combattentistiche, sotto l’egida del Ministero della Difesa che, proprio per il Museo della Divisione Garibaldi ha stanziato un contributo per la manutenzione dei cimeli e dello spazio espositivo, nonché per la pubblicazione di un catalogo del Museo: tutte cose che, attuando quanto unilateralmente deciso dal Comune, non sarà possibile fare, con grave danno economico e di immagine per l’A.N.V.R.G.

Inoltre, sono ancora in corso attività di ricerca storica sulla Divisione Garibaldi (alcune delle quali per realizzare pubblicazioni all’estero) che, necessitando di studi sui cimeli, contribuiscono alla promozione del Museo, attività che non potranno essere compiute. 

Infine, la mancata offerta di una soluzione, anche temporanea, che consenta di contemperare le esigenze del cantiere di Palazzo Ottolenghi con quella di mantenere aperto il Museo, rischia di far perdere a quest’ultimo tutta la visibilità conquistata e la possibilità di essere il centro di eventi e iniziative di comunicazione che, per gli scopi della nostra Associazione, sono fondamentali.

Noi comprendiamo le ragioni del Comune che deve portare avanti il restauro del Palazzo ed è proprio per questo che abbiamo presentato una proposta diretta a mantenere il Museo in altri locali di Palazzo Ottolenghi, che risultano liberi, evitando così la chiusura, e garantendo il collegamento con il Museo del Risorgimento per una logica di continuità storica (non a caso, si parla di primo e secondo Risorgimento) e di condivisione dei valori ispiratori delle azioni condotte, oltre che per il riferimento alla figura di Giuseppe Garibaldi che, è quasi superfluo ricordarlo, ha avuto importanti legami con la città di Asti.

Ci auguriamo vivamente che questo appello spinga il Comune a prendere in considerazione la nostra proposta.

A.N.V.R.G. - Sezione di Asti

Al direttore

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