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Agricoltura | 31 maggio 2022, 15:44

Coldiretti: "Con l'arrivo di Scipione sarà allarme siccità nei campi"

Il fenomeno rappresenta una vera e propria emergenza, che l'associazione vorrebbe contrastare mediante una rete di piccoli invasi

Immagine d'archivio

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Le piogge cadute negli ultimi giorni 'a macchia di leopardo' in vari punti della provincia non sono bastate per scongiurare l’allarme siccità c​he mette a rischio le semine di mais, grano, legumi, ma anche vigneti, ortaggi e frutta, che hanno bisogno di acqua per crescere e assicurare la produzione di cibo Made in Italy sulle tavole degli italiani in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei rincari.

È l’allarme lanciato da Coldiretti in merito all’arrivo di Scipione, l'anticiclone africano che investirà tutta la Penisola con temperature che in provincia di Asti potrebbero raggiungere i 32-35°C, valori anomali per il periodo.

“Con l’arrivo del grande caldo – sottolinea Marco Reggio presidente Coldiretti Asti – manca infatti l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le nostre produzioni, in un 2022 segnato da precipitazioni praticamente dimezzate”.

Nonostante le ultime precipitazioni il livello del Po – rileva la Coldiretti - è sceso al Ponte della Becca -3,1 metri rispetto allo zero idrometrico, un livello più basso che a Ferragosto. Una situazione - spiega la Coldiretti - in realtà rappresentativa dell’intero bacino idrografico nazionale con l’emergenza acqua che si estende dal nord al centro e al sud Italia. 

“Con il cambiamento della distribuzione nella pioggia dal punto di vista geografico e temporale in Italia, per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto da Coldiretti e Anbi - sottolinea il direttore di Coldiretti Asti Diego Furia - un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente”. 

“Il progetto – concludono Reggio e Furia – è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.

Comunicato stampa

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