Il consigliere di minoranza Gianfranco Miroglio (Europa Verde-Verdi) ha presentato un’interpellanza, sottoscritta anche dai colleghi Mario Malandrone (Ambiente Asti) e Paolo Crivelli (Prendiamoci cura di Asti), con la quale interroga sindaco e giunta per chiedere se, nell’ambito dei progetti in programma per migliorare la vivibilità cittadina, figurino anche interventi nelle aree e orari di entrata e uscita dalle scuole.
Nello specifico i consiglieri chiedono se:
- se, tra le iniziative destinate a segnare il drastico cambio di abitudini, non sia previsto un piano organico per la chiusura del traffico in zona-scuole o, laddove non sia tecnicamente possibile, quanto meno misure e strumenti di rallentamento,
- se esista un progetto, un crono programma e finanziamenti specifici già individuati per interventi in materia che si possono immaginare né semplici, né immediati (per il blocco: segnaletica verticale e orizzontale, studi di viabilità. Per il rallentamento: posa di dossi e dissuasori, strumenti di controllo di velocità),
- se non sia opportuno accompagnare l’iniziativa ad altre azioni pratiche, ma anche di informazione, formazione e condivisione, recuperando le esperienze già avviate con significativi risultati e positivi riscontri anni fa (es. pedibus) e finalizzate alla valorizzazione di un vivere la città meno ossessivo e angosciato e più sostenibile nei modi e nei tempi (a piedi e in bici)
- se non sia auspicabile la previsione e/o il consolidamento di operazioni, decisioni e strutture a supporto (ZTL, area pedonale, Zone 30, piste e percorsi ciclabili, rastrelliere per bici accanto alle scuole, agli ingressi di uffici, nei luoghi deputati alle relazioni e al tempo libero come circoli, giardini etc),
- se non sia urgente avviare contatti con il mondo della scuola (dirigenza provinciale e dirigenze scolastiche, organi collegiali e comitati/gruppi/associazioni di genitori) per condividere il percorso educativo, immaginare momenti di comunicazione/partecipazione/formazione/informazione (cittadini, amministratori, uffici tecnici e educativi del Comune, forze dell’ordine) tali da trasformare un’ipotesi di lavoro interno al PUT (piano urbano del traffico) o al PMS (piano di mobilità sostenibile) in opportunità per far crescere in città la coscienza e la cultura di un modo di muoversi alternativo all’uso dell’auto.