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Cultura e tempo libero | 18 ottobre 2022, 12:05

Aggiunta una nuova replica allo spettacolo il programma al cimitero di Asti

Presso cui il Teatro degli Acerbi porterà in scena “Dormono… sulla collina”, anteprima della nuova rassegna “Le sfide della Fede”

Un'immagine di scena di "Dormono... sulla collina" da una precedente rappresentazione

Un'immagine di scena di "Dormono... sulla collina" da una precedente rappresentazione

A seguito degli ottimi riscontri ottenuti, in termini di prenotazioni e richieste non appena pubblicato il programma, è stata aggiunta una replica alle previste rappresentazioni dello spettacolo itinerante “Dormono… sulle colline”, narrazioni e canti tra le lapidi di un cimitero inizialmente in programma nel cimitero di Asti in quattro rappresentazioni tra sabato (alle 18.30 e alle 20.30) e domenica (7.30 e 18.30). Come accennato, ne è stata aggiunta una quinta, domenica 23 ottobre alle 20.30

Le messe in scena, per piccoli gruppi di spettatori, saranno gratuite ma, poiché i posti sono limitati, è necessaria la prenotazione al 351/8978847.

Lo spettacolo ed il programma della due giorni saranno completati da una breve visita guidata al cimitero a cura di Roberta Ferrato, questa senza prenotazione.


APPROFONDIMENTO SULLO SPETTACOLO

Il Teatro degli Acerbi presenta questa "esperienza" come narrazione poetica itinerante in un cimitero di paese. I testi sono una rivisitazione d’autore di alcune delle più celebri pagine dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, sapientemente rilette da Pietro Giovannini, editore e giornalista, acuto osservatore del territorio e dotato di sicuro gusto letterario e artistico.

Accanto al testo di Masters-Giovannini, vi sono le canzoni di Fabrizio De André, probabilmente colui a cui il poeta statunitense deve di più in termini di popolarità in Italia, grazie a quel capolavoro che è l’album «Non al denaro non all’amore né al cielo» che viene parimenti rievocato dagli Acerbi.

In scena Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano con le musiche dal vivo di Tiziano Villata.

In una recente recensione nazionale su PAC - Paneacquaculture ne hanno scritto: “Bravi e sciolti gli attori nelle continue metamorfosi: basta un cappello, un mantello o un palloncino, un cambio di voce o espressione, ed ecco un nuovo personaggio. Più che ragionare sul mistero della morte, attraverso questo campionario di esperienze si riflette sulla mutevolezza della vita e in definitiva sulla poeticità dell’esistere. Ciò che si apprezza di più negli attori, impegnati come Virgilio a guidarci in questo rituale di immersione e di ascolto, è la delicatezza, nei gesti, negli sguardi, nei toni, in un profondo rispetto per il luogo e le storie, anche per quelle che resteranno questa sera mute."

Gli attori e il musicista appaiono e scompaiono tra le tombe, conducendo a gruppi gli spettatori in un percorso di circa un’ora tra le lapidi di pietra, gli alberi e i cespugli che da soli compongono la più perfetta delle scenografie. Le note e le parole in un cimitero hanno più peso perché si è più disposti all’ascolto, si è più abituati al silenzio; e le note e le parole risuonano più pure invitandoci ad alzare lo sguardo verso il paesaggio, verso i luoghi dove queste persone che ci parlano abitavano e animavano: vite tragiche o monotone, insignificanti, piene di cose da fare ma tutte ugualmente riassunte qui ed ora.

Redazione

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