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Storie di Orgoglio Astigiano | 28 gennaio 2023, 12:00

Storie di Orgoglio Astigiano. Elisabetta, pilota di elicotteri: "Asti dall'alto? Un meraviglioso bouquet. Ne sono follemente innamorata"

Elisabetta Costantini è anche istruttrice di volo per i vigili del fuoco. "Vorrei tanto che gli astigiani potessero vedere ciò che vedo io dall’alto. È una meraviglia potersi riempire gli occhi di questo territorio"

Elisabetta e, a seguire, quel meraviglioso bouquet

Elisabetta e, a seguire, quel meraviglioso bouquet

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Still of the night, dei Whitesnake, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

 

La storia di Elisabetta, Elisabetta Costantini, sono sicura che vi affascinerà, così come ha fatto con me.

Incontro Elisabetta davanti a un caffè e a una spremuta per lei. L'avevo cercata perché so che fa un mestiere davvero particolare: pilota gli elicotteri ed è anche istruttrice di volo.

Facciamo come sempre: riavvolgiamo il nastro, partiamo dall'inizio, facciamolo fare a lei.

Elisabetta, tu sei nata ad Asti?

No, sono nata a Varallo Sesia, nel Vercellese. Sono venuta ad Asti per amore. Dal 2013 vivo ad Asti con mio marito Filippo.

Ti piace Asti? Cosa significa Asti per i tuoi occhi?

Asti è bellissima, sono follemente innamorata di questa città. Mi dispiace che gli astigiani la dipingano spesso malamente: è bella, bellissima, non solo dal punto di vista architettonico, ma anche dal punto di vista paesaggistico. Mi rendo conto, però, di godere di un punto di vista differente. Vorrei tanto che gli astigiani potessero vedere ciò che vedo io dall’alto. È una meraviglia potersi riempire gli occhi di questo territorio. È meravigliosamente bella, è a misura d’uomo, ci sono spazi verdi enormi. Io mi sento fortunata a vivere ad Asti, è un piccolo bouquet.

La interrompo. Le dico, come faccio ogni volta durante queste chiacchierate: "Hai detto il titolo". Perché, dovete sapere... il titolo di ogni articolo di Orgoglio Astigiano, in realtà, è il frutto delle parole meravigliose che, ogni volta, spendono le persone per questo territorio. E viene subito fuori. 

La voglia di stare. Di restare

C'è qualcosa che Varallo non ti ha dato ma che invece ti ha dato Asti?

Ti direi forse di no. Arrivo comunque da un posto bellissimo. Ad ogni età credo ci sia la giusta comprensione delle cose: da ragazza ho vissuto anche negli USA, ho viaggiato molto e questo mi ha aiutata a percepire il mondo con occhi differenti. Ho un grande spirito di adattamento… riesco a stare bene quasi ovunque. In ogni posto ci sono cose molto belle e anche le persone sono sempre da scoprire. Non sono una persona che ha paura degli altri. Impari a costruirti la tua dimensione ovunque tu sia. Con il passare degli anni, devo dirti, tutta questa smania di fuggire mi è passata. Ho voglia di stare. Di restare ad Asti.

Quanto è importante per te il legame con il territorio, con la terra?

Per me è fondamentale. Ho una profonda empatia verso gli animali. È importantissimo vivere in un posto in cui si può passeggiare, ammirare gli alberi, le foglie. Asti questo ce l'ha. Durante il Covid passavo ore nei parchi e nei boschi, per respirare.

Quando hai iniziato a volare?

Devo fare una premessa. Penso che ognuno di noi nasca sicuramente con delle attitudini. E poi la vita ci fa da catalizzatore. Alcuni di noi percepiscono questi dettagli, altri non proprio. Io ho iniziato a volare da bambina, con mio padre. Mi sono sempre sentita molto a mio agio lì. Negli anni Settanta mamma muore e passo molti anni con papà, sui campi di volo. Non pensavo di fare il pilota, fino a quando è arrivata l'occasione. 

Di che parli?

Avevo visto l'annuncio di un'azienda, che poteva dare il primo brevetto solo per chi sarebbe riuscito a passare le selezioni. Mi sono iscritta alla selezione quasi per scherzo. Poi, dopo un paio di mesi, mi hanno detto che avrei iniziato a studiare e a volare: prima la parte teorica (13 materie, tutte in inglese) e poi la pratica. Avevo 28 anni. Non lo avevo detto a nessuno.

Come è iniziata la tua avventura di volo?

Eravamo in 11 in aula, ovviamente ero l’unica donna. Tra alti e bassi riesco a capire di essere a mio agio. In tanti hanno provato, nel corso degli anni, a fermarmi. Non è un ambiente semplice per le donne, ma sono sempre stata positiva. Ho incontrato colleghe con cui abbiamo creato bei rapporti. Con loro mi sono costruita ore di lavoro, più di 700, per essere appetibile sul mercato. Il vero scoglio di un pilota, infatti, all’inizio è costruirsi un monte ore accattivante per le società. È complesso, ma se sei motivato ce la farai.

Come mai è ancora un mestiere difficile per le donne?

In America è normale che una donna piloti l’elicottero. Lo dico perchè ho preso anche il brevetto a Los Angeles, oltre che in Italia. In Italia, invece, sembra che la gavetta per noi donne non finisca mai. La mia storia non dovrebbe essere eccellenza, ma normalità. Le opzioni di diventare pilota mi spiace non siano fra le prime scelte delle figlie femmine. È una questione di cultura. Mi spiace che nel 2023 non ci sia ancora un’opzione femminile: non vorrei rappresentare l’eccellenza, vorrei essere una tra le tante che fanno questo mestiere. 

Cosa significa per te il volo? Credo abbia anche un valore metafisico

Venite a volare, perché il mondo è bellissimo. Mettetelo come obiettivo dei mille obiettivi. Il cielo è un posto meraviglioso. E conta che soffro di vertigini. Ma non è la paura di volare, è la paura di cadere. Il volo è diverso. Il volo penso che per me sia l'elemento più vicino alle cose che non comprendiamo ma sentiamo, qualcosa di vicino alla dimensione mistica. Ci avvicina moltissimo a questa porzione, percepisci le cose in maniera differente. Volare per me è gioia piena, è sentirsi leggerissimi: auguro a tutti di sentirsi così, staccarsi dal peso del proprio corpo, lasciarsi andare e volare nel respiro.

E adesso insegni anche ai vigili del fuoco!

Da aprile di quest’anno lavoro con i vigili del fuoco, esatto. Loro hanno un percorso strutturato per diventare piloti: io lavoro con i ragazzi che da zero ore di volo devono arrivare a 80 ore. È la fase più bella, non sono quasi mai saliti su un elicottero. Vivo attraverso di loro l’emozione. Si creano legami particolari perché per me fare l’istruttore di volo è in assoluto il lavoro più bello. Quando insegni, qualsiasi cosa tu insegni, dà sempre gioia. Mi emoziono per loro, è un’emozione incredibile. Ancora oggi apprezzo i rari momenti in cui sono in volo da sola, senza passeggeri, quando portiamo, ad esempio, il mezzo in manutenzione. Essere per aria da soli è particolare… rivivi un po’ le cose, sei solo con te stesso. Mi sono sempre sentita molto fortunata.

Un mondo che ti vorrebbe fermo

Quanti talenti, quante storie uniche, quanto Orgoglio Astigiano, in queste settimane, siamo riusciti a portare a galla. La storia di Elisabetta ci insegna ad andare oltre: oltre alle apparenze, ai clichè, ai pregiudizi che troppo spesso diventano la cifra distintiva di questa società. Una donna pilota, una donna astigiana che insegna a volare ai vigili del fuoco. Una donna che ama la sua città, scelta per amore, che la osserva dall'alto con ammirazione. La sua storia, così come quelle che avete letto in queste settimane, ci ricorda che inseguire i nostri sogni e realizzarli è la chiave per essere davvero felici, per non diventare insoddisfatti, per crescere costantemente, per scegliere l'ambiente con i giusti stimoli, lavorativi e spirituali. Perchè solo chi sa mettersi alla prova cresce. Cresce davvero, in un mondo che ti vuole fermo.

Il videosaluto agli amici de "La voce di Asti"

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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