Il Museo Diocesano di Asti ha voluto raccogliere lo stimolo di papa Francesco allo studio e alla riflessione, organizzando una serie di eventi culturali dal titolo “Dialoghi per i 60 anni dell’enciclica Pacem in terris”, in collaborazione con la Biblioteca del Seminario Vescovile di Asti, la Gazzetta d’Asti, la Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato della Diocesi di Asti, ACLI Asti e Associazione Ethica. “Dialoghi” perché, come ricordato dallo stesso papa Francesco, "il dialogo dovrebbe essere una delle pietre angolari per costruire una pace solida e duratura".
Il primo “dialogo”, che farà da cornice a tutti gli altri, sarà la mostra “Il rumore delle lacrime” che sarà inaugurata venerdì 3 marzo alle ore 17.30 presso il Museo Diocesano San Giovanni.
Un dialogo artistico sul tema della guerra, dunque, condotto dal torinese Massimo Greco e dall’astigiano Giulio Lucente con due linguaggi pittorici molto diversi e, per certi versi, complementari tra loro.
La precisa figuratività di Greco trasporta in tempi e spazi sospesi un istante di vita dei personaggi rappresentati, dei quali allo spettatore non è dato conoscere la storia: quello che si vede sono i volti, lucidi specchi delle tragedie vissute dai protagonisti. In questa atmosfera rarefatta, evocata dal pittore, le figure umane trascendono il loro vissuto per assumere una connotazione di iconicità in cui però, con mirabile maestria, il pathos viene mantenuto intatto.
Diversa è la scelta stilistica di Lucente che, con un linguaggio che unisce informale e figurativo, trascina lo spettatore in una dimensione dominata dalla bufera della guerra in cui la quotidianità si sgretola come le tessere di un mosaico abbandonato, in cui si assiste impotenti allo smottamento verso l’abisso del senso delle cose e dei simboli, "dell’oro che s’è spento sui mogani" di montaliana memoria. In questi lavori, ciò che rimane sempre nitido, quasi graffiato sul supporto dell’opera, sono linee di puntamento che evocano quelle di armi sempre più sofisticate e implacabili, linee che non definiscono spazi sicuri a cui aggrapparsi ma bersagli da colpire, mentre la figura umana, quando non è completamente perduta nella bufera, diventa un esile gioco di tratti che si dissolvono nel caos, quasi a evocare fantasmi che hanno forse già raggiunto un luogo di pace che su questa terra è stato loro negato.
Il percorso espositivo, curato da Clizia Orlando, sarà aperto al pubblico dal 3 marzo al 30 aprile con il seguente orario: fino al 2 aprile, venerdì 15-18, sabato e domenica 9.30-13 e 15-18; dal 3 aprile, venerdì 16-19, sabato e domenica 9.30-13 e 16-19; nei restanti giorni della settimana su prenotazione all’indirizzo museo@sicdat.it oppure allo 351.707.7031. Possibilità di visite guidate su prenotazione.
Per tutta la durata dell’evento l’ingresso al Museo Diocesano sarà con offerta libera.