Un peschereccio carico di migranti proveniente dalla Libia e diretto in Italia è naufragato nel Mediterraneo, causando centinaia di morti e dispersi. Il tragico incidente è avvenuto dopo che la nave era stata avvistata e avvicinata giorni fa al largo della Grecia, ma non era stata soccorsa né portata in salvo. Attualmente, si contano almeno 83 morti e circa un centinaio di persone salvate, mentre molti altri corpi giacciono sommersi, tra cui potrebbero esserci oltre cento bambini che si presume fossero nella stiva dell'imbarcazione.
Questa tragedia, che si aggiunge a quella del naufragio di Cutro, rappresenta una delle più grandi e gravi stragi del mare causate dal mancato soccorso. Numerose organizzazioni e istituzioni hanno espresso profondo cordoglio per le vittime e hanno denunciato l'indifferenza e le politiche fallimentari dell'Unione Europea in materia di migrazione.
Il Centro Astalli, in una presa di posizione trasversale, ha affermato che si tratta di una "ecatombe" che l'Europa avrebbe potuto e dovuto evitare. Ha criticato la retorica securitaria e la propaganda ipocrita che emergono di fronte a questa terribile tragedia in cui sono state perse vite umane in cerca di salvezza. Il Centro Astalli ha evidenziato la mancanza di azione comune di ricerca e soccorso dei migranti, l'assenza di vie d'accesso legali e sicure verso l'Europa e la mancanza di un piano europeo per l'accoglienza e la redistribuzione dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Anche Save the Children ha sottolineato che queste morti non sono tragiche sorprese, ma il risultato inevitabile delle politiche dei paesi membri dell'Unione Europea che hanno chiuso tutte le rotte ai bambini e alle loro famiglie in cerca di sicurezza. Le organizzazioni umanitarie come Amnesty International hanno affermato che questa è solo l'ultima di una serie di tragedie evitabili e hanno sottolineato l'importanza di istituire percorsi legali e sicuri verso l'Europa per prevenire ulteriori catastrofi.
Migrantes e Caritas hanno sottolineato la necessità di canali regolari d'ingresso in Europa per evitare che uomini, donne e bambini siano costretti a intraprendere viaggi pericolosi in barca. Hanno evidenziato l'importanza di una maggiore consapevolezza a livello europeo e di superare il regolamento di Dublino, nonché di aprire le frontiere per accogliere le persone che cercano una vita più dignitosa.
La Rete Welcoming Asti ha organizzato un presidio, in programma in piazza San Secondo alle 18.30 di lunedì per commemorare le vittime e denunciare l'indifferenza europea di fronte a queste tragedie.
Per maggiori informazioni scrivere a welcomingasti@gmail.com o sulle pagine Facebook/Instagram di @WelcomingAsti.