Invertire la rotta, assumere per cambiare marcia. E’ stato firmato oggi il protocollo per avviare l’osservatorio sulla sanità in Piemonte. L’obiettivo, messo nero su bianco, è ambizioso: assumere 2.000 professionisti sanitari entro il 2024.
Non solo. La volontà è quella di far rientrare, tramite reinternalizzazioni, i fondi che il Piemonte affida all’esterno.
“Si ricomincia ad assumere nella sanità pubblica in Piemonte: non accadeva da 15 anni. Il nuovo ‘Osservatorio regionale in materia di risorse umane in sanità’ insediato oggi diventa lo strumento attraverso il quale la sanità piemontese, sindacati, Regione e Asl, definiscono i fabbisogni di ciò che manca in termini di personale negli ospedali”, ha spiegato Alberto Cirio. Il piano è da 175 milioni di euro, richiesti allo Stato e al Governo, all’interno dei fondi di coesione dell’UE. “Oggi il Piemonte affida all’esterno 136 milioni di euro l’anno nella sanità. Entro il 2024 vogliamo riportare il 20% di quello che diamo fuori”, ha ribadito Cirio.
Centrale, in tal senso, il coinvolgimento nell’accordo delle università. “Definiamo nuove regole per la specializzazione dei nuovi medici. L’obiettivo è dare risorse per assumere 2.000 persone nella sanità entro il 2024: medici, oss, infermieri, personale amministrativo”. “Più medici riusciremo ad assumere, meno ricorreremo ai gettonisti”, ha affermato il Governatore.
Sul tema del sempre più ricorrente utilizzo dei privati per aiutare il pubblico, Cirio ha affermato: “La sanità deve avere i piedi impiantati nel pubblico. Ma rigetto i pregiudizi verso i privati. Il rapporto può essere integrativo e complementare, mai sostitutivo”.
E sulla diaspora che ha visto i medici migrare e abbandonare il pubblico, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi ha ammesso: “Le figure scarseggiano per la storica ed errata politica della formazione. Avevamo 257 borse di studio, le abbiamo portate a 1050, ma non tutte sono occupate. Va superato il numero chiuso”. “Avevamo chiesto al ministro Speranza e richiesto al ministro Schillaci un provvedimento emergenziale per superare i vincoli che oggi abbiamo con gli specializzandi. Come si convince un medico a rimanere nel pubblico? Sicuramente con incentivi economici, che hanno il loro peso positivo”, ha concluso.
IL NURSING UP: "UN PASSO AVANTI, MA NON LA SOLUZIONE DEFINITIVA"
Al netto della soddisfazione per l'accordo raggiunto, il segretario regionale Nursing Up Claudio Delli Carri e il delegato provinciale Enrico Mirisola (entrambi nel collage fotografico sottostante) sottolineano che: "Sicuramente questa non è la soluzione definitiva ai problemi accumulati negli anni. Si tratta di un primo passo. Compiuto nella giusta direzione e che ci permette di tornare a fare programmazione sanitaria per rendere la sanità pubblica sempre più di qualità ed efficiente, che è uno dei nostri primi obiettivi assieme alla, ovvia, tutela dei lavoratori”
Mirisola conclude ribadendo che "Come Nursing Up vigileremo in modo costante e attentissimo affinché l’accordo sottoscritto venga attuato in modo rapido e continueremo a lottare per arrivare ad avere organici adeguati alle necessità di cura dei cittadini a favore di servizi erogati di sempre maggiore qualità”