Preceduta da qualche malumore espresso da pendolari e studenti astigiani insoddisfatti per gli orari di transito dei convogli, questa mattina ha riaperto, dopo ben 12 anni di inattività, la linea ferroviaria Asti-Alba.
La linea, lunga 33,6 chilometri, era stata chiusa a causa di problemi infrastrutturali e della mancanza di risorse finanziarie necessarie per garantirne il servizio. Tuttavia, grazie a un investimento di 13 milioni di euro da parte di Rfi per i lavori di messa in sicurezza, la riattivazione è diventata possibile.
Le fermate lungo la tratta, tra cui Asti, Isola d'Asti, Costigliole d’Asti, Castagnole delle Lanze, Neive e Alba, servono un bacino d'utenza di circa 120.000 persone. Grazie al servizio di Trenitalia, che coprirà più di 100.000 chilometri all'anno, si prevede un notevole afflusso di passeggeri, tra cui studenti universitari, pendolari e turisti.
I VERTICI REGIONALI FRUITORI DEL SERVIZIO
Per rimarcare ulteriormente la grande importanza dell’avvenimento per quanto concerne i servizi di trasporto pubblico, i vertici della Regione hanno optato per usufruire in prima persona del treno.
L’assessore regionale ai Trasporti, il canellese Marco Gabusi, ha già percorso la tratta documentando il tutto con un post pubblicato sul suo profilo Facebook in cui scrive “Dopo 12 anni e tante parole finalmente i fatti! Riaperta la linea ferroviaria Asti-Alba. Un altro importante passo avanti per la mobilità sostenibile nel nostro bellissimo territorio”.
Mentre il presidente Alberto Cirio, ‘tornerà a casa’ (in quanto albese) salendo a bordo del treno che partirà dalla stazione di Asti alle 17.11 e arriverà alla stazione di Alba poco più di mezz’ora dopo (17.50)
MARELLO (PD): "NUOVO INIZIO, MA VERO TASSELLO È LA RIAPERTURA COMPLETA DELLA LINEA IN DIREZIONE MILANO"
Tra quanti già in mattinata hanno voluto verificare di persona la ripartenza del servizio c’è il consigliere regionale Maurizio Marello, che da sindaco di Alba si battè a lungo per il ritorno del collegamento tra le due città. “La linea – ricorda oggi Marello – fu chiusa dalla Giunta Cota non perché 'ramo secco', perché ai tempi i pendolari erano molti, circa 2.000, in particolare studenti e lavoratori. La reale motivazione venne identificata nella necessità di interventi strutturali importanti alla Galleria Ghersi di Neive, ritenuta non più sicura per il transito dei treni. Da quel momento si susseguirono studi sull’entità di tali interventi e ricordo che ritenevano eccessiva la spesa (decine di milioni di euro) paventata per gli stessi. Nel contempo prese il via una corrente di pensiero capitanata da Alberto Cirio, oggi presidente della Regione, e da Marco Gabusi, oggi assessore e all’epoca sindaco di Canelli e presidente della provincia di Asti, che sosteneva la necessità di sostituire la linea con una pista ciclabile, che sarebbe stata rilevante dal punto di vista turistico. La battaglia proseguì tra ordini del giorno da parte dei Comuni, convegni, manifestazioni (la mancata unità del territorio non aiutò la riapertura della linea), fino a quando Rete Ferroviaria Italiana scelse, circa due anni fa, di far percorrere la linea dai treni storici di Fondazione Fs e iniziò dunque una reale azione di sostegno per la sua riapertura. Rfi fece alcuni lavori strutturali e la Giunta Cirio si convinse finalmente che sostituire definitivamente quel tratto con una pista ciclabile sarebbe stato un grave errore e che occorreva riaprirlo”.
“Oggi – dice ancora Marello – la Alba-Asti è riaperta 'al minimo', con sei coppie di treni, ma è necessario garantire un servizio efficiente e tornare a uno standard di frequenza dei treni maggiori di quello a cui potremo assistere nelle prossime settimane. Il vero tassello per rendere fruibile la linea ferroviaria in tutto il sud Piemonte credo sia la riapertura completa della linea in direzione Milano che consentirebbe di partire da Nizza (Costa Azzurra), raggiungere Cuneo, percorrere i paesi Unesco passando per Alba e arrivare a Milano. Per farlo è indispensabile potenziare la Cuneo-Nizza e la Alba-Asti: è intuibile la potenzialità turistica di questa linea”.
MARTINETTI (M5S): "E' UN PRIMO PASSO, MA MOLTO RESTA DA FARE"
Per completezza d’informazione, diamo però anche conto delle considerazioni del consigliere regionale Ivano Martinetti (M5S) che, dopo aver ricordato che la riapertura è “un obiettivo al quale il Movimento 5 Stelle ha lavorato per oltre un decennio, individuando soluzioni per la riattivazione delle ferrovie sospese in Piemonte fin dai tempi della Giunta Cota”, sottolineano che restano ancora molte questioni aperte.
Ad iniziare proprio dalla Asti-Alba: “Troppo poche le 12 corse giornaliere, insufficienti a far fronte alle esigenze di mobilità della zona. Pensiamo inoltre ai cronici problemi di collegamento ferroviario tra la provincia di Cuneo e il capoluogo (assenza di Treni fast per i pendolari e collegamenti diretti tra Cuneo e Torino), l'aumento del costo dei biglietti e le restanti 10 ferrovie che continuano ad essere sospese”.
A fronte di quello che Martinetti definisce “un piccolo passo nella giusta direzione”, il consigliere di minoranza ritiene che “il quadro complessivo del trasporto pubblico locale in Piemonte resta ampiamente negativo. Questa Giunta ha perso il treno più importante, quello rappresentato dal contratto di servizio con Trenitalia, siglato appena un anno fa, in cui non è previsto alcun investimento per migliorare il servizio”.
Concludendo affermando che l’impegno del Movimento 5 Stelle in favore della mobilità sostenibile, che Martinetti auspica “diventi sempre più preferibile dai cittadini rispetto ai mezzi inquinanti”, non verrà meno: “Un obiettivo imposto dalle esigenze, sempre più stringenti, dovute al cambiamento climatico e della transizione ecologica”, scrive.