Il consigliere comunale Mario Malandrone ha espresso il suo punto di vista sulla recente proposta dell'assessore Luigi Giacomini, che ha suggerito che le pattuglie delle forze dell'ordine dovrebbero "prendere un caffè" nei chioschi locali, oltre che nei bar di piazza San Secondo, per aumentare la loro presenza e scoraggiare la frequentazione di "certi soggetti". (leggi QUI)
Malandrone ha criticato l'idea, sottolineando che la sicurezza non può essere garantita solo dalla presenza delle forze dell'ordine nei locali, ma richiede un approccio più ampio e strutturato. Ha sottolineato che la sicurezza si basa sulla sicurezza sociale, sulle politiche attive di prevenzione, di investimento e di programmazione di attività sociali, e non solo sulla presenza fisica dei vigili nei locali.
"La soluzione non è chiudere"
Il consigliere ha inoltre criticato l'approccio dell'Amministrazione Comunale alla gestione dei problemi di sicurezza, sostenendo che la risposta non dovrebbe essere la chiusura dei luoghi problematici, ma piuttosto l'investimento in politiche sociali e preventive. Ha citato l'esempio del Movicentro, che è stato chiuso a causa di problemi di sicurezza, creando problemi di traffico e attraversamento pedonale:
"Per contrastare i problemi di sicurezza appello ai gestori, appello ai vigili per un caffè nel posto giusto e ricordi di infanzia. Giacomini non ricorda che un progetto per recuperare i giardini fatto dalla sua amministrazione è stato bocciato e non introduce nessuna idea di lavoro sociale, perch sappiamo bene che la sicurezza totale non può esistere, ma che la sicurezza si basa sulla sicurezza sociale, sulle politiche attive di prevenzione, di investimento e di programmazione di attività sociali e non solo sul caffè dei vigili, sul buon senso degli esercenti o i rimpianti dei ricordi di infanzia.
E quindi, nonostante gli annunci, piani e progetti fatti con Associazioni di categoria naufragati, di nuovo, di concreto i due assessori non ci dicono nulla su proposte che incidano sul settore urbano, sociale, culturale e commerciale. A Giacomini fa eco Bovino ponendosi il problema se quei chioschi debbano continuare a esistere. E' subentrato ormai nella Giunta il Teorema Giacomini: Se un posto ha problemi di sicurezza, se non riusciamo a renderlo come vorremmo va chiuso. Insomma se i cittadini abbandonano rifiuti in città, chiudiamo le vie? E se lo fanno in campagna ?
Chiudiamo la campagna? Asti città chiusa! Preferiremmo Asti città viva e attiva. Già sul Movicentro si era sperimentata la Teoria Giacomini: Il Movicentro ha problemi? Chiudiamolo! E lo hanno chiuso".
"Dall'Amministrazione non c'è una politica sulla sicurezza"
Malandrone ha concluso il suo commento sottolineando l'importanza di una visione politica che si concentri sulla cura e l'attenzione alle fasce più vulnerabili della società, e che investa in politiche sociali e di prevenzione. Ha criticato l'Amministrazione Comunale per non aver proposto soluzioni concrete che incidano sul settore urbano, sociale, culturale e commerciale. "Il tema che rimane scoperto però a livello politico è che ordine e sicurezza (mai assolute possono essere) si basano sulla politica, sulle politiche della città , sulla visione di città, la cura, l'attenzione alle fasce più vulnerabili, le politiche sociali, di prevenzione.
Perché è chiaro che per affrontare tematiche come le occupazioni abusive occorre avere politiche sulla casa serie. Perché per superare il campo rom occorre avere una politica di superamento e devo dire che su quel tema minoranza e maggioranza stanno lavorando insieme, per contrastare illegalità, migliorare la sicurezza occorre investire nei quartieri con aggregazione, politiche educative, sociali e preventive. Tutto ciò però nelle parole e fatti degli amministratori non c'è , al massimo idee da bar, inviti a bere caffè, a serrare serrande, a nostalgia dell'Asti che fu e appelli al buon senso".