Il corso di politica aperto ai giovani dall'istituto Stato e partecipazione, (QUI l'annuncio) con relatori l'onorevole astigiano Marcello Coppo e, tra gli altri, i consiglieri provinciali Anna Macchia e Davide Migliasso, ha creato un'onda di reazioni in città.
Dai consiglieri del Pd e il consigliere Malandrone (QUI l'articolo), alla replica di Mario Sacco, presidente di Astiss (QUI l'articolo), quella dell'ideatore del corso, Emanuele Locci (QUI l'articolo), l'onda non si arresta e, come prevedibile, l'onorevole Marcello Coppo ha inviato una nota.
"Un bel tacer non fu mai scritto, replica. Il PD non perde l’occasione da un lato per dimostrare il suo squadrismo culturale da una parte e dall'altro di coprirsi di ridicolo, attaccando un istituto di assoluto livello istituzionale tanto da essere invitato anche nelle commissioni parlamentari. Certo secondo loro era più prestigioso il corso promosso dal Gruppo Consiliare Uniti si Può di Asti, quella sì una organizzazione chiaramente politica, nella Casa del Popolo solo un anno fa, ugualmente valido per i PCTO formativi degli studenti, che però anziché formare sull’attività delle istituzioni del Paese. Iniziativa su cui noi non abbiamo detto nulla proprio perché pluralisti. Un corso che indottrinava con temi quali Gramsci e addirittura l’attività delle cooperative della moglie di Soumahoro nell’ambito di una lezione su sfruttamento e caporalato".
Continua Coppo: "La solita sinistra che pensa che gli altri facciano ciò che loro fanno per indole: censurare gli altri e indottrinare ideologicamente. Già questo segna la differenza tra un corso ideologico come quello promosso nella sede faziosa della Casa del Popolo e quello organizzato da un’associazione apartitica in una sede istituzionale neutra e di cui viene pagato l’affitto. Voglio stigmatizzare il comportamento del PD che ancora una volta toglie ogni dubbio riguardo la sua avversione al pluralismo. Vorrei esprimere la mia massima solidarietà all’Istituto Stato e Partecipazione che, per il solo fatto di avermi voluto tra i docenti, deve ora subire la macchina del fango della sinistra astigiana. Mi permetto anche una chiosa su una persona rispettabilissima e di alto profilo culturale come Caio Mussolini che ha sì un cognome ingombrante ma che è un libero cittadino italiano. D'altronde non possono essere imputati a lui le azioni di un suo avo. Se pensiamo che persino il defunto presidente emerito Giorgio Napolitano, un comunista doc, inneggiante ai carri armati sovietici che schiacciavano studenti e lavoratori, politico osannato a sinistra , ha avuto ruoli importanti nella gerarchia fascista, penso che, a maggior ragione, una persona come Caio Mussolini dovrebbe essere valutato per le sue azioni e non per quelle di altri . Nella sua vita ha servito l'attuale Repubblica Italiana nella Marina militare come ufficiale, è un manager affermato e parla tre lingue. Se ti iscrivi al PD fai il condono del passato, comprese le generazioni precedenti, così funziona da loro. Io però sono di destra, non sono fascista, ma stiano tranquilli, di sinistra o comunista non lo sarò mai e me ne vanto".
Uniti si può e il liceo "Made in Italy"
Anche Vittoria Briccarello e Mauro Bosia di Uniti si può intervengono sulla vicenda.
La loro nota.
"Il nulla di cui parla Mario Sacco, scrivono, ovvero il presidente della Fondazione CR Asti, ovvero il Presidente della Fondazione Asti Musei, ovvero il Presidente del Consorzio Universitario di Asti Studi Superiori (tralasciamo qui se dietro a tutto questo potere esistano meriti e titoli per detenerlo) consisterebbe nel fatto che, in piena campagna elettorale, un partito “imponga” una scuola politica home made all’interno dell’Università di Asti.
Una rosa di insegnanti selezionati tra figure prettamente faziose politicamente, ovvero il parlamentare Marcello Coppo e l’ex vicepresidente della Fondazione CR Asti Ebarnabo, ex poiché coinvolto pochi giorni fa in un conflitto di interessi che abbiamo puntualmente segnalato e che l’ha costretto alle dimissioni. Conflitto di interesse che ora si ripropone in piena regola nel momento in cui gli si affida un corso universitario.
Premesso che ogni partito è libero di fare scuola di politica come meglio ritiene c’è però più di una cosa nella prepotenza teorica e pratica con cui FdI si è proposto nel panorama cittadino.
In primis Sacco parla di una “situazione temporanea” in attesa che le “convenzioni” stipulate con gli istituti superiori vadano a buon fine. Ma di che convenzioni parla? Quali sono gli istituti coinvolti? Perché i rappresentanti di un partito dovrebbero entrare negli istituti scolastici per far propaganda politica mono voce? I “formatori” del corso partecipano in quando professionisti o in quanto portatori di simboli e ideologie politiche di parte? Le convenzioni (se esistono) terranno conto del POC dei singoli istituti o no?
E di nuovo è lampante la differenza tra noi e loro: da ormai due anni come Casa del Popolo nella sede che, con i nostri sforzi, manteniamo abbiamo avviato la Scuola di Politica, ogni lezione è preparata da ospiti esterni in collaborazione con gli insegnanti dello spazio, abbiamo parlato di Enti, Sanità, Ambiente, Diritti, Economia e molto altro, il tutto senza mai imporci in spazi pubblici destinati all’istruzione e anzi offrendo la possibilità per i ragazzi di far rientrare l’esperienza nei PCTO e vedersi così riconoscere l’impegno durante le attività.
Ci chiediamo ora quindi come sia possibile che FdI che mai in campagna elettorale centellina denaro sui manifesti così come mai centellina sparate sempre più grosse non abbia una sede propria dove attivare il Corso di Formazione Politica.
E ancora perché un partito che per dimensione riceve notevoli finanziamenti pubblici con centinaia di eletti super retribuiti si riduce all'accattonaggio ad Astiss anziché pagarsi i locali.? E come si pone Mario Sacco in tutto ciò? E’ mai normale che il Presidente di UniAstiss utilizzi li spazi come se fossero il salotto di casa sua? Normale no, ma sicuramente già visto che se si guarda il rinnovo della convenzione Asti Musei di cui la cittadinanza non sa nulla e il disperato tentativo da parte di Coppo di assicurargli un terzo mandato in CR Asti.
Ma soprattutto quanto ancora il sindaco Rasero vuol rimanere spettatore silente mentre Sacco e i Meloniani presenti in Consiglio la fan da padroni? Non dovrebbe il Sindaco essere forse Sindaco di tutti? Perché le corsie preferenziali riguardano solo Fratelli d’Italia?
Emerge da questa vicenda definita un “nulla” l’aspetto peggiore della politica attuale, il far propaganda e indottrinamento negli istituti scolastici, magari imponendosi attraverso comunicati stampa da far leggere nelle classi o da diffondere sui giornali come se di provenienza interna.
E in tutto ciò si perde di vista l’obiettivo: amministrare per un’istruzione accessibile a tutti e democratica.
Il fallimento del Liceo del Made in Italy del governo Meloni, che ha raccolto poco più di 330 iscritti a livello nazionale, ad Asti non devono proprio averlo digerito.