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Attualità | 26 aprile 2024, 08:27

"Memoranda", un viaggio nella memoria antifascista

La storica Antonella Tarpino, autrice del saggio, ne ha discusso con Mario Renosio

"Memoranda", un viaggio nella memoria antifascista

Vivere in un luogo significa molto più che semplicemente risiedervi. È un’esperienza che va oltre la superficie, che richiede di conoscere la storia e le emozioni che hanno attraversato quei luoghi nel corso del tempo. Le case, gli oggetti quotidiani e le strade parlano di ciò che è stato, delle persone che vi hanno vissuto e delle loro storie.

Nel suo saggio “Memoranda. Gli antifascisti raccontati dal loro quotidiano” (Einaudi), Antonella Tarpino esplora proprio questa dimensione. Attraverso le pagine del libro, ci conduce in un viaggio nel passato, alla ricerca delle tracce lasciate dagli antifascisti. Ma non si tratta solo di una cronaca storica. È un invito a guardare oltre, a vedere i luoghi con occhi diversi, a riconoscere l’umanità che vi ha abitato.

La guerra e la Resistenza sono parte integrante di questa narrazione. Non possiamo comprenderle appieno senza considerare gli oggetti quotidiani, le case distrutte e ricostruite, le strade percorse da chi ha lottato per la libertà. Questi luoghi ci parlano, ci raccontano storie di coraggio, di sacrificio, di speranza.

Il 79° Anniversario della Festa della Liberazione è un momento importante per riflettere su tutto ciò. In un incontro organizzato da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, Antonella Tarpino ha discusso con Mario Renosio, già direttore dell'Israt, in videoconferenza. Hanno esplorato insieme le tracce del passato, cercando di capire cosa possiamo imparare da quei luoghi e da quelle storie.

I luoghi sono contenitori di memoria che danno un senso al nostro vivere di oggi. Insieme agli oggetti, alle case... ci interrogano e ci obbligano a farci delle domande, soprattutto se sono stati attraversati dal dolore della guerra - ha affermato Tarpino - Per me, potere riportare a loro queste storie alla luce, è il  valore di ciò che la memoria deve fare ridare senso ai luoghi". 

"Da questo punto di vista, il Piemonte è unico perché ha una geografia che ricorda quelle scelte quasi come se avessimo fatto l'Italia due volte - ha proseguito la storica e saggista - . Quella storia si respira ancora in casa Gobetti, Galimberti, nelle piazze dove ci furono gli eccidi e in molti altri luoghi. Ricordare è un atto etico... Oggi si è sgomenti  nell'incontrare il presente ma anche per la perdita di significato condiviso, di identità che l’antifascismo ha rappresentato per intere generazioni e che oggi si sta riducendo molto nei valori di riferimento. è un invito ma anche un imperativo categorico. Fare memoria è un impegno etico di cittadinanza”.

Redazione

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