C’era una volta una scuola, nel cuore della frazione Migliandolo, chiusa da decenni e dimenticata, come troppe cose nei piccoli borghi. Oggi, quella stessa scuola ha riaperto le sue porte, pronta ad accogliere il futuro: bambini curiosi, insegnanti entusiasti, e un progetto educativo che unisce passato e presente. Insieme ai piccoli alunni, il sindaco di Portacomaro, Alessandro Balliano, che con emozione ha parlato di “un sogno che si realizza”.
“Quelle scuole erano chiuse da tantissimo tempo, in uno stato di totale abbandono. La parte bassa dell’edificio era usata ancora come ambulatorio medico e seggio elettorale, ma servivano interventi seri, profondi”, racconta Balliano, che ha seguito ogni passo di questo recupero. “C’è stato anche un terremoto, qualche anno fa, che ha fatto crollare la torretta dell’orologio: era venuta giù completamente. Eppure non ci siamo arresi.”
Con determinazione, il Comune ha cercato fondi, bussando alle porte della Regione, del GAL, investendo risorse proprie. “Abbiamo riqualificato completamente lo stabile: impianti elettrici, pavimenti, infissi, riscaldamento, tetto… Tutto. Lo abbiamo riportato allo stato delle vecchie scuole, ma rendendole funzionali per le esigenze di oggi.”
Una memoria storica a disposizione di tutti
E oggi, infatti, le aule tornano a vivere. “Gli insegnanti sono felicissimi, e i bambini ancora di più. È un edificio ampio, luminosissimo, con tante finestre. Uno spazio bello, accogliente, che ha dentro di sé anche una parte di memoria storica.” Perché in una delle stanze è stato allestito un piccolo museo della contadineria e dei mestieri di un tempo: oggetti del fabbro, del maniscalco, del falegname, del formaio… testimonianze concrete di un mondo che sembra lontano, ma che qui, tra le mani dei più piccoli, ritrova voce.
“È stato commovente – racconta ancora il sindaco – vedere i bambini guardare quegli oggetti, alcuni mai visti, altri riconosciuti grazie ai racconti dei nonni. Una bambina ha detto: ‘Questa ce l’ha mio nonno in garage!’ Ed è proprio questo che volevamo: riportare la storia dentro l’educazione, farla toccare, viverla.”
L’edificio è già stato inaugurato l’anno scorso, ma le attività didattiche vere e proprie hanno preso il via ora. “Per motivi di programma scolastico non era possibile inserirlo nell’anno 2024-2025, ma ora lo stanno usando e dal prossimo anno lo useranno in modo strutturato e continuo. In particolare saranno coinvolti i cento bambini delle elementari, anche se in totale, tra asilo, elementari e medie, si parla di circa 300 alunni.”
Le idee non mancano: “Le insegnanti stanno lavorando su diverse proposte. Il comune ha anche i pulmini, e la scuola non è distante, quindi si può raggiungere facilmente anche a piedi. Ci piacerebbe organizzare giornate intere lì, magari anche con attività più immersive… ma questo lo stiamo ancora valutando con il dirigente scolastico. Diciamo che sarà uno spazio per attività didattiche a tutto tondo.”
Una bella notizia, insomma, non solo per Migliandolo, ma per tutta la comunità.
Perché quando si riapre una scuola, anche solo per una manciata di bambini, si apre una porta sul futuro. E si restituisce dignità a un pezzo di paese che era stato messo da parte. Ora, finalmente, torna a respirare.