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Economia e lavoro | 30 giugno 2025, 07:00

Le Olimpiadi negli occhi dei bambini: il bilancio di Claudio Nolano sul Kim & Liù

Tra le antiche pietre del Foro Italico, dove la storia olimpica italiana ha scritto pagine indelebili, si consuma ogni anno una magia particolare.

Le Olimpiadi negli occhi dei bambini: il bilancio di Claudio Nolano sul Kim & Liù

È quella del Kim & Liù, l'evento che trasforma i più piccoli atleti in protagonisti di sogni grandi quanto il cielo romano. Quattro giorni in cui le emozioni scorrono "in piena come un fiume di taekwondo", per usare le parole di chi quell'evento lo vive dall'interno con lo sguardo di chi sa riconoscere i campioni di domani.

Claudio Nolano, Direttore Tecnico della Federazione Italiana Taekwondo (FITA), osserva da anni questa metamorfosi con l'occhio esperto di chi ha accompagnato atleti verso le vette più alte. Per lui, ogni calcio tirato da un bambino di sei anni sul tatami del Pietrangeli non è solo un gesto tecnico, ma il primo mattone di una strada che potrebbe portare dritto alle Olimpiadi del 2036 o del 2040.

Dal tatami dei piccoli alle Olimpiadi del futuro: la visione di Nolano

Per Claudio Nolano, ogni edizione del Kim & Liù è come sfogliare un album fotografico del futuro. Il Direttore Tecnico, che ha le idee chiare sul percorso verso Los Angeles 2028, confessa con un sorriso che tradisce una punta di malinconia mista a orgoglio: "Tante volte guardo ai bambini e alle bambine e penso che, vista la mia età, non so se sarò in grado di accompagnarli alle Olimpiadi del 2036 o del 2040."

È questo il potere generativo dell'evento più grande d'Europa dedicato ai giovani atleti: trasformare ogni piccolo combattente in un possibile campione olimpico. Il tecnico pugliese lo sa bene, perché ha imparato a leggere nei gesti ancora impacciati di un bambino i segni di una tecnica che un giorno potrebbe brillare sotto i riflettori dei Giochi.

"L'orgoglio per quanto si è visto a livello organizzativo è altissimo", prosegue Nolano, spaziando con lo sguardo sui tatami che hanno ospitato migliaia di piccoli sogni. "La voglia di esserci da parte dei bambini, delle società e delle famiglie rappresenta una spinta bellissima per il futuro. La connessione primordiale che poi arriva all'altissimo livello arriva proprio da qui."

Una catena invisibile che lega il primo calcio incerto di un esordiente alla precisione millimetrica di un olimpionico.

Meritocrazia e professionalità: i valori che nascono al Kim & Liù

Nel vocabolario di Claudio Nolano, una parola risuona con particolare intensità: meritocrazia. "Quello a cui puntiamo è insegnare la meritocrazia: è questo che porta all'alto livello", spiega con la convinzione di chi ha fatto di questo principio il cardine della propria filosofia tecnica.

Sul tatami del Foro Italico, tra i piccoli atleti del Kim & Liù, questo concetto prende forma attraverso gesti concreti. Non conta il cognome stampato sulla divisa o la società di provenienza, ma solo la disciplina, il talento e l'allenamento che ogni bambino porta con sé. È una lezione di vita che va ben oltre il taekwondo, perché insegna che il successo si conquista con il sudore e la determinazione.

"Da Direttore Tecnico non posso non pensare anche all'agonismo", continua Nolano osservando i giovani combattenti. "Sui campi di gara si vede e si percepisce in modo positivo una sorta di professionalità, di disciplina e di volontà di saper seguire un percorso."

È proprio questa serietà precoce che colpisce di più: vedere bambini di sei anni che affrontano la sconfitta con dignità e la vittoria senza arroganza, già consapevoli che ogni incontro è un tassello del loro percorso di crescita.

Olympic Dream Cup: dove il presente incontra Los Angeles 2028

Quando lo sguardo di Nolano si sposta dai piccoli protagonisti del Kim & Liù agli atleti più maturi dell'Olympic Dream Cup, la prospettiva cambia sensibilmente. "Diverso invece per i ragazzi e le ragazze più grandi", spiega con un'espressione che si fa più concentrata, quasi a sottolineare il salto dimensionale che separa il sogno infantile dalla realtà competitiva.

È qui che il futuro assume contorni più definiti, quelli di Los Angeles 2028. Molti dei giovani che calcano i tatami del Foro Italico potrebbero essere proprio loro i protagonisti del prossimo quadriennio olimpico, e Nolano lo sa bene. "In tantissimi, al netto del fatto che facciano parte delle nazionali giovanili, non hanno voluto mancare di partecipare a questo evento", racconta con orgoglio.

È la mentalità del campione che inizia a prendere forma: quella consapevolezza che ogni giorno è una prova, che chi vuole stare al massimo deve sempre misurarsi senza mai "tirare i remi in barca o accontentarsi". Una lezione che questi giovani atleti stanno già assorbendo, trasformando ogni confronto in un'opportunità di crescita verso quei Giochi che non sono più un miraggio lontano, ma un obiettivo tangibile.

Il Foro Italico e la magia che si porta dentro

C'è un momento, al termine di ogni edizione del Kim & Liù, in cui il silenzio scende sui tatami del Foro Italico come un sipario che si chiude su uno spettacolo irripetibile. È allora che Claudio Nolano si concede una pausa di riflessione, osservando quegli spazi che hanno appena vissuto quattro giorni di emozioni pure.

"Il Kim e Liù e l'Olympic Dream Cup mandano ogni anno messaggi importanti, sotto tutti i punti di vista: sta a noi alimentarli", conclude il Direttore Tecnico con quella consapevolezza di chi sa di essere custode di qualcosa di prezioso. Non si tratta solo di organizzare competizioni, ma di coltivare sogni attraverso il lavoro quotidiano della FITA in un terreno fertile come quello del Foro Italico, dove la storia dello sport italiano affonda le sue radici più profonde.

La tristezza passeggera di un incontro perso lascia spazio al sorriso rincuorante di un maestro, lo stupore per una tecnica perfetta riempie gli occhi di bambini e adulti, mentre la voglia di riprovare l'anno prossimo si accende già prima che l'evento finisca. È vita pura, quella che scorre tra questi tatami, dove ogni piccolo atleta vive la propria personale Olimpiade.

"Un cerchio si chiude", come ama dire Nolano, ma in realtà è un nuovo cerchio che si apre, proiettato verso quel futuro olimpico che continua a rinnovarsi che inizia proprio qui, negli occhi pieni di stelle dei bambini del Kim & Liù.








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