Da crisi a opportunità. La vicenda del servizio di dermatologia dell'Ospedale Cardinal Massaia di Asti sta vivendo un capovolgimento significativo che, si spera trasformi un'emergenza sanitaria in una possibile occasione di rilancio per l'intero territorio.
Solo pochi giorni fa, i consiglieri del Partito Democratico - Maria Ferlisi, Michele Miravalle, Luciano Sutera e Roberto Vercelli - avevano lanciato un grido d'allarme attraverso un'interpellanza urgente, denunciando la sospensione temporanea del servizio di dermatologia e la mancanza di risposte concrete da parte delle istituzioni sanitarie. Fortunatamente nei giorni scorsi, l'Asl At aveva annunciato la ripresa del servizio dal 15 luglio con medici in arrivo da altri ospedali.
Ieri, in Consiglio comunale il sindaco, Maurizio Rasero, che ha incontrato il direttore generale dell'ASL AT Giovanni Gorgoni, ha fatto il punto sulla situazione, auspicando che la struttura, depotenziata dall'ex direttore Flavio Boraso, torni ad essere complessa per attrarre più medici.
La strategia di rilancio: specialisti da tutta Italia
"Se ci sono mancanze di personale e si fa di tutto per cercare di andarli ad assumere con bandi e concorsi", spiega il sindaco Rasero, evidenziando però le difficoltà strutturali del reclutamento medico - e poi non c'è una forte partecipazione. Quella partecipazione che c'è viene ulteriormente snellita nelle fasi successive e quando arrivi alla fine ti accorgi che coloro che sono rimasti ci rinunciano".
Nonostante queste difficoltà sistemiche, l'ASL AT ha annunciato una strategia innovativa: il coinvolgimento di specialisti provenienti da tutta Italia per garantire la continuità del servizio dermatologico. Una soluzione che punta a superare i limiti del reclutamento locale attraverso una rete nazionale di competenze.
L'importanza strategica del servizio
I numeri parlano chiaro e giustificano l'impegno profuso: il 13% di tutte le prestazioni ospedaliere riguarda la dermatologia, rendendo questo settore assolutamente strategico per l'offerta sanitaria territoriale. Una percentuale che sottolinea quanto sia fondamentale garantire continuità e qualità in questa specializzazione.
Il direttore Gorgoni, secondo quanto riferito dal sindaco, "è consapevole dell'importanza di quel settore e si sta attivando presso ospedali vicini" per costruire una rete di collaborazioni che possa supportare il rilancio del servizio astigiano.
"Le cose su cui si sta lavorando sono quelle di ritornare come era", precisa il sindaco, delineando un obiettivo chiaro di recupero e potenziamento delle capacità operative del servizio.
Una visione di eccellenza territoriale
Ma l'ambizione va oltre il semplice ripristino del servizio. Rasero delinea una visione strategica più ampia: "Nel quadrante Sud-Est dove siamo noi non c'è una risposta in quel settore. Se molti fanno la domanda e nel Sud-Est non c'è, sviluppandoci noi potrà diventare un'eccellenza astigiana".
L'idea è quella di trasformare Asti in un punto di riferimento regionale per la dermatologia, sfruttando il vuoto nell'offerta sanitaria del quadrante Sud-Est del Piemonte.
Il rilancio del servizio prevede anche il coinvolgimento di "personaggi importanti" del panorama dermatologico nazionale. Un approccio che testimonia la volontà di puntare sulla qualità e l'eccellenza piuttosto che su soluzioni di ripiego.