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Economia e lavoro | 29 luglio 2025, 16:52

Dazi USA al 15%, ma il vino resta nel limbo

Coldiretti Asti: "Servono garanzie per l'export enoico e tutela del Made in Italy. Alta l'attesa per la lista dei prodotti strategici"

Dazi USA al 15%, ma il vino resta nel limbo

Un cauto ottimismo misto a preoccupazione caratterizza la reazione del mondo agricolo astigiano alle prime indiscrezioni sull'accordo commerciale tra Stati Uniti ed Europa. Se da un lato il tetto massimo dei dazi scende dal temuto 30% al più contenuto 15%, dall'altro permane l'incertezza sul futuro del vino italiano, settore cruciale per l'economia del territorio.

L'intesa raggiunta durante il recente incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen prevede inoltre l'azzeramento dei dazi su alcune categorie di prodotti definiti "strategici", tra cui potrebbe rientrare l'agroalimentare. Tuttavia, la lista dettagliata si farà attendere ancora qualche settimana, lasciando nell'incertezza un comparto che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy.

Vino nel mirino: l'Astigiano in ansia

"Il quadro normativo definito non prevede i dettagli particolarmente attesi dal comparto agricolo, soprattutto non parla di vino, colonna portante dell'economia agricola italiana e anche astigiana", commenta la presidente di Coldiretti Asti Monica Monticone. Una preoccupazione giustificata, considerando che gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati di sbocco più importanti per le produzioni enologiche del territorio, dalle celebri DOCG di Barolo e Barbaresco fino ai vini dell'Astigiano.

L'assenza di riferimenti specifici al settore vitivinicolo nell'accordo preliminare genera timori per un comparto che negli ultimi anni ha consolidato la propria presenza oltreoceano, costruendo rapporti commerciali solidi e investendo in strategie di marketing mirate al consumatore americano.

Made in Italy sotto tutela

Il direttore di Coldiretti Asti Giovanni Rosso pone l'accento su aspetti che vanno oltre la mera questione tariffaria: "L'azione europea dovrà muoversi sia sul fronte del riconoscimento del vino come prodotto strategico sia sulla tutela del Made in Italy, quale produzione di qualità e garanzia sull'origine, sui processi di lavorazione in osservanza alle ferree leggi italiane/europee e sull'etica di produzione, incluso il rispetto dei diritti dei lavoratori".

Un richiamo che tocca questioni fondamentali per la competitività delle produzioni italiane: la tracciabilità, la qualità certificata e soprattutto la lotta contro l'Italian sounding, fenomeno che danneggia gravemente l'immagine e i fatturati delle aziende autenticamente italiane.

"Occorre tenere alta l'attenzione sul principio di reciprocità, sulla trasparenza/origine dei prodotti e sul contrasto all'Italian sounding", aggiunge Rosso, sottolineando come la battaglia commerciale non possa prescindere dalla tutela dell'autenticità del prodotto italiano.

La presidente Monticone guarda oltre l'immediato, delineando una strategia che tenga conto dei "mutati scenari internazionali" e delle "rinnovate sensibilità e attenzioni alla sostenibilità ambientale/sociale da parte dei consumatori". Un approccio che riconosce come il mercato globale stia evolvendo verso standard sempre più elevati in termini di responsabilità sociale e ambientale.

"Si dovrà lavorare investendo su nuovi paradigmi di visione/azione, ricorrendo anche alle compensazioni europee sulla filiera", conclude Monticone, lasciando intendere come il supporto comunitario sarà determinante per sostenere i produttori durante questa fase di transizione.

L'attesa del territorio

Nel frattempo, il mondo produttivo astigiano non resta con le mani in mano. "Il mondo enoico astigiano continuerà a produrre accrescendone qualità e prestigio affinché la domanda d'oltreoceano esploda costringendo le parti ad una rinnovata discussione", afferma la presidente di Coldiretti, manifestando fiducia nella capacità del territorio di mantenere alta l'attrattività dei propri prodotti.

La strategia è chiara: puntare sull'eccellenza qualitativa per rendere indispensabili le produzioni italiane sul mercato americano, creando le condizioni per future rinegoziazioni che non potranno "prescindere dalle valenze di autenticità/qualità intrinseche alle produzioni italiane".

Resta ora da attendere la pubblicazione della lista definitiva dei prodotti strategici, sperando che il vino italiano possa beneficiare dell'esenzione dai dazi e continuare la sua conquista del palato americano senza ostacoli tariffari.

Redazione

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