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Attualità | 08 agosto 2025, 15:46

Ad Asti il piano di contenimento piccioni, nutrie e cinghiali, scatena l'ironia del web [VIDEO]

Alcuni influencer, su Instagram, accendono i fari sulla situazione astigiana, ma il dibattito resta aperto

Turbo Paolo e la sua ironia social

Turbo Paolo e la sua ironia social

In provincia di Asti è scattata un'operazione di contenimento faunistico su larga scala che va ben oltre la questione nutrie e piccioni. La Provincia ha ufficialmente dichiarato guerra a cinghiali, caprioli, corvidi, minilepri e, naturalmente, ai piccioni, con un piano strutturato che mira a ridurre l'impatto ambientale e igienico-sanitario causato dalla loro proliferazione. Ma tra gabbie, corsi per l'abbattimento e polemiche feroci, la questione è diventata un campo di battaglia politico e mediatico.

Fronte urbano: 14.000 piccioni al km² e scoppia la polemica

Il problema più visibile è nei centri abitati, dove la densità di piccioni ha raggiunto livelli allarmanti. Un censimento provinciale rivela dati impressionanti: ad Asti si contano 14mila piccioni per chilometro quadrato, seguito da Castelnuovo Don Bosco con 10.000, Isola d’Asti con 3.000 e Nizza Monferrato con 1.900.

La strategia è duplice. “Nei punti strategici a maggiore concentrazione verranno installate gabbie di cattura”, spiega Davide Migliasso, consigliere provinciale con delega alla Caccia. Niente armi da fuoco in città. Fuori dai centri abitati, invece, potranno intervenire guardie faunistiche e privati cittadini, purché muniti di porto d’armi e di un apposito patentino ottenuto dopo un corso provinciale.

L'iniziativa ha immediatamente acceso lo scontro politico. Maria Ferlisi, capogruppo del PD ad Asti, ha spinto per interventi urgenti attraverso un'interpellanza, definendolo "un problema concreto di igiene pubblica". La sua richiesta ha provocato la dura reazione dell'associazione ambientalista SEqus, che ha bollato la mossa come "pura ideologia", sostenendo che "in una città inquinata come Asti, il guano dei piccioni è l’ultimo dei problemi". La tensione è alta, tanto che anche a Torino l'associazione Lav è scesa in piazza per protestare contro i "metodi crudeli" previsti per il contenimento.

Non solo piccioni: 7.899 cinghiali nel mirino

Ma l'emergenza non si limita ai cieli urbani. Il piano provinciale affronta una massiccia presenza di fauna selvatica: il censimento ha contato 7.899 cinghiali e 568 caprioli, oltre a migliaia di nutrie, corvidi e minilepri. Per tutte queste specie, i piani di abbattimento controllato sono già partiti. Le regole sono ferree: si può intervenire solo con porto d’armi, un corso di formazione specifico e un’autorizzazione.

Per le nutrie, animale originario del Sud America e introdotto in Italia per l’industria della pelliccia, sono già iniziate le serate di formazione per ottenere il permesso di intervento. Questi roditori, sfuggiti dagli allevamenti dopo la crisi del settore, hanno colonizzato argini e campagne, causando ingenti danni all’ecosistema e alle infrastrutture idrauliche. La cronaca recente ha persino registrato episodi drammatici, come un cane che ha sbranato due nutrie al parco del Valentino di Torino.

Dalla satira alla realtà: quando la nutria diventa una star

In questo clima di tensione, l'ironia diventa un'arma inaspettata. Mentre le istituzioni discutono di gabbie e abbattimenti, il duo comico torinese Senso D’oppio ha creato una parodia virale in cui le nutrie sostituiscono i cani in un video di Doggo Daily.

 E non sono i soli. L'influencer TurboPaolo, con i suoi 330.000 follower, ha pubblicato un reel su Instagram (vedi qui), con circa 15mila reaction, dove ironizza sulla "guerra" ai piccioni e alle nutrie, strappando un sorriso amaro sulla complessità della convivenza tra uomo e animale.

I commenti sono esilaranti ma il dibattito resta aperto. Da una parte, la necessità di proteggere la salute pubblica e le attività agricole. 

Dall'altra, le richieste di rispetto per la biodiversità. La Provincia difende il suo approccio, che Migliasso definisce "non una caccia libera, ma un contenimento controllato e autorizzato, fondamentale per l’equilibrio del territorio". Tra cifre allarmanti, polemiche politiche e parodie virali, la gestione della fauna selvatica ad Asti è diventata lo specchio di una sfida che riguarda l'intero Paese.

Betty Martinelli

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