/ Attualità

Attualità | 22 agosto 2025, 13:55

Ferragosto dietro le sbarre: visita al carcere di Asti tra luci e ombre

L'ispezione del radicale Daniele Robotti dell'associazione Marco Pannella, conferma alcuni progressi nella struttura, ma restano criticità su isolamento, sovraffollamento e servizi essenziali

Il carcere di Asti

Il carcere di Asti

La tradizionale visita di Ferragosto, compiuta da Daniele Robotti dell'associazione Marco Pannella di Torino, ha riacceso i riflettori sulle condizioni del carcere di Asti. 

L'ispezione, avvenuta ieri ed effettuata come ogni anno nelle festività simboliche per osservare migliorie e criticità, ha evidenziato una situazione fatta di passi avanti e persistenti problemi strutturali, gestionali e sociali.

Gli aspetti positivi: ristrutturazioni e servizi sanitari

Tra i miglioramenti più significativi, Robotti sottolinea i lavori di ammodernamento delle strutture: "Sono state completamente ristrutturate le sale colloqui, e messi condizionatori all'interno, per cui adesso è  meglio rispetto allo scorso anno". 

Anche l'area dedicata ai bambini, figli di detenuti, ha beneficiato di interventi: "Hanno rifatto tutta l'area bimbi, però non c'è una copertura per il caldo, quindi d'estate con queste temperature è impossibile starci... Il comandante mi ha riferito che la situazione sarà presto risolta". 

Le celle hanno visto sostanziali miglioramenti: "Sono state rifatte tutte le finestre delle celle, per cui adesso c'è più aria all'interno della cella con le finestre nuove". 

Robotti riferisce inoltre che, "tutta la parte muraria è stata completamente ristrutturata, è tutto è in ordine", anche se avverte che "visto che il carcere è vecchio, andrebbe fatta una ristrutturazione generale. Si ripresenteranno problemi di infiltrazione d'acqua con un nuovo deterioramento delle pareti delle celle".

Un fiore all'occhiello del carcere astigiano, secondo il radicale, rimane l'assistenza sanitaria: "A differenza degli altri carceri, la cosa buona davvero di Asti è l'assistenza medica nel senso che c'è sempre un medico 24 ore su 24 e una volta alla settimana vengono effettuate diverse visite specialistiche".

Le criticità persistenti: isolamento e sovraffollamento

Nonostante i progressi, permangono problemi strutturali significativi. Il primo riguarda la posizione della struttura: "Quello che è emerso è sempre questa sensazione di isolamento totale del carcere di Asti, per la posizione in cui è situato, per cui i parenti hanno difficoltà a raggiungerlo se non con il taxi". 

Un problema correlato riguarda l'accoglienza dei familiari: "Un'altra cosa, sempre riguardo i rapporti con i parenti, è la mancanza di un'area attrezzata, di accoglienza all'esterno del carcere, per il tempo in cui il parente o il familiare deve attendere l'ingresso in struttura".

Il sovraffollamento, seppur meno grave rispetto ad altri istituti, resta una realtà: "Rispetto ad altre carceri piemontesi, Asti sembra abbastanza tranquillo. Torino è quello più critico, perché lì c'è un sovraffollamento importante, anche ad Asti c'è sovraffollamento, ma non ha ancora raggiunto dei numeri gravi. Nelle sezioni sono quasi tutti in due posti letto per cella, mentre il carcere era stato progettato per un posto letto".

Carenze di personale e proteste alimentari

La cronica mancanza di personale continua a pesare sulla gestione quotidiana: "Gli organici della polizia penitenziaria sono sempre sottodimensionati, per cui anche lì c'è il sistema di straordinaria gestione, essendo meno di quelli che servono".

Una delle criticità più attuali riguarda il servizio mensa, oggetto di proteste da parte dei detenuti: "Stanno iniziando lo " sciopero del carrello", che non è uno sciopero della fame, ma i detenuti rimandano indietro il carrello del pranzo per sollecitare un ammodernamento della cucina, quindi nuovi macchinari, pentole nuove e una maggiore funzionalità".

Tra le mancanze strutturali, Robotti evidenzia anche problemi apparentemente minori ma significativi per la qualità della vita:" Al terzo piano hanno i ventilatori, questo è un po' comune dappertutto e sarà difficilmente risolvibile perché bisognerebbe ristrutturare tutto. L'acqua calda nelle docce fortunatamente c'è ".

I commenti del garante Domenico Massano

A fine luglio, il neo garante aveva effettuato una visita nel carcere di Asti (ricordiamo, di massima sicurezza) , in occasione dells mobilitazione della conferenza nazionale dei Garanti per dare un seguito alle parole del Presidente Mattarella che aveva denunciato la drammatica situazione del sistema carcerario, “contrassegnato da una grave condizione di sovraffollamento nonché dalle condizioni strutturali inadeguate di molti Istituti”, difficoltà amplificate dalle carenze di organico della polizia penitenziaria, del personale educativo ed amministrativo.

Il Presidente aveva sottolineato la necessità di  investimenti, in modo da garantire un livello dignitoso di vita e di trattamento dei "detenuti e, al contempo, migliori condizioni del lavoro per il personale". ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠

Ribadisce Massano: "Tutte le istituzioni e i corpi sociali si sentano non estranei al mondo penitenziario ma si sentano chiamati a dare collaborazione. Al momento della mia visita erano presenti 237 detenuti, 32 in più rispetto alla capienza regolamentare che è di 205 posti (dato del Ministero della Giustizia)".

E rimarca anche le carenze di personale:" Erano 138 gli effettivi (tra agenti, ispettori) a fronte dei 167 previsti, segnalando una carenza di organico che riguarda anche le aree amministrativa ed educativa (4 Educatrici a fronte delle 7 previste)". 

" La situazione di sovraffollamento, continua, combinata alle carenze di personale, nonostante l’impegno dello stesso, rischia di determinare una situazione di affanno dell’intera struttura, ripercuotendosi su diversi ambiti, come sulla possibilità di sviluppare al meglio le attività trattamentali e di utilizzare i diversi spazi".

È conclude : "Sul piano lavorativo, nonostante la necessità di percorsi occupazionali, sono pochissime le persone detenute che hanno un contratto con un datore di lavoro esterno, nonostante l’importante impegno delle cooperative e realtà attualmente operanti. Chi ha l’opportunità di lavorare, lo fa per lo più a turnazione e per lavori interni alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria. Incrementare questo aspetto richiederebbe una maggior partecipazione anche della comunità esterna e del mondo imprenditoriale". 

Betty Martinelli

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO AD AGOSTO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium