In un articolo pubblicato nelle scorse ore, nel quale abbiamo dato conto della posizione dell’Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali in merito al “piano contenimento piccioni” della Provincia di Asti, era presente un paragrafo in cui i responsabili dell’associazione hanno fornito un’interpretazione errata e fuorviante di un concetto espresso dal dottor Diego Carmenati, vicepresidente con delega al Nord Ovest della XII Commissione Tutela e Diritti degli animali dell’Intergruppo parlamentare Sud, in un precedente comunicato stampa.
Pertanto, scusandoci con il dottor Carmenati e con voi lettori per avere (sia pure in assoluta buonafede) dato spazio ad un travisamento del suo pensiero, riteniamo doveroso precisare che l'intervento del dottor Carmenati mirava a mirava a sollevare una legittima preoccupazione. La sua frase originale era: "La necessità di contenimento dell’impatto che i colombi possono avere sulla salute pubblica, benché di assoluto rilievo, non può essere usata sbrigativamente per autorizzare chiunque abbia un fucile, a sparare".
Ha, pertanto e incontrovertibilmente, espresso una critica circostanziata all'opportunità di autorizzare in modo sbrigativo all'abbattimento dei colombi persone che, pur legittimate al possesso di un'arma, potrebbero non avere la preparazione specifica per operare in contesti delicati. Osservazione frutto di uno studio approfondito degli atti da parte del dottor Carmenati e della Commissione che rappresenta.