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Politica | 03 settembre 2025, 12:03

Asti: cultura e politica si mobilitano per la Casa del Teatro 3

Entro la fine del 2025 l'edificio di via Scarampi sarà abbattuto per l'adeguamento sismico della scuola adiacente. Chieste soluzioni alternative e tutela per le opere di Coffano

Un allestimento della Casa del Teatro 3

Un allestimento della Casa del Teatro 3

Il futuro della Casa del Teatro 3 di via Scarampi è appeso a un filo. La decisione di demolire l'edificio entro la fine del 2025, per consentire l’adeguamento sismico della scuola adiacente, ha messo in allarme il mondo culturale astigiano. 

A farsi portavoce della preoccupazione è il consigliere Mario Malandone (Ambiente Asti), che ha presentato un'interrogazione, accompagnata da una lettera aperta a nome del gruppo politico, per chiedere all'Amministrazione di riconsiderare la propria scelta. Al centro della questione non c'è solo la continuità delle attività dell'associazione Arcoscenico, che da oltre un decennio gestisce lo spazio, ma anche la tutela di un patrimonio culturale unico.

All'interno della struttura, infatti, si trovano opere scenografiche site-specific realizzate dal maestro Ottavio Coffano, artista astigiano di fama internazionale. Queste creazioni, integrate con gli spazi stessi del teatro, non sono smontabili né replicabili altrove. La loro distruzione, come sottolineato nell'interrogazione, rappresenterebbe una perdita irreparabile per la memoria e l'identità della città. La Casa del Teatro 3 non è solo un edificio, scriive Malandrone, ma un presidio culturale attivo e riconosciuto, un luogo fondamentale di formazione, produzione teatrale e partecipazione sociale.

L'interrogazione solleva dubbi sulla mancanza di soluzioni alternative. Ci si chiede come sia possibile che "in un contesto tecnico e progettuale avanzato, non si siano valutate opzioni in grado di garantire sia la sicurezza della scuola sia la tutela della Casa del Teatro". Vengono proposte ipotesi come il consolidamento strutturale selettivo o l'adeguamento antisismico localizzato, che potrebbero preservare integralmente la struttura.

Malandrone chiede all'Amministrazione di attivare con urgenza un tavolo pubblico di confronto con Arcoscenico, le istituzioni culturali e la cittadinanza per garantire continuità alle attività teatrali, individuando eventualmente una nuova sede idonea. Inoltre, si sollecita la predisposizione di un piano per la tutela e la valorizzazione delle opere del maestro Ottavio Coffano e si domanda se sia mai stato richiesto un parere alla Soprintendenza per il riconoscimento della Casa del Teatro come bene di interesse storico-artistico.

La richiesta finale è quella di conoscere le motivazioni tecniche, economiche o politiche che impediscono di modificare la decisione, di fronte a un patrimonio artistico riconosciuto e a un forte legame con la comunità, e quali azioni il Comune intenda intraprendere per sostenere le realtà teatrali indipendenti della città.

Lettera aperta a tutela dell'arte

La notizia è ufficiale: la Casa del Teatro 3 di via Scarampi ad Asti chiuderà entro la fine del 2025, al termine della concessione attualmente in capo all’associazione Arcoscenico. La decisione è legata alla necessità di demolire l’edificio per procedere all’adeguamento sismico della struttura scolastica adiacente. Una scelta presentata come inevitabile sul piano tecnico, ma che comporta un costo umano, culturale e simbolico altissimo. 

Quel luogo, da più di dieci anni, non è solo un edificio, ma un cuore vivo del teatro cittadino, un laboratorio permanente di arte e formazione. È stato — ed è — uno spazio attraversato ogni giorno da attori, studenti, spettatori, bambini, tecnici, appassionati. Un luogo curato, abitato, restituito alla città con energia, creatività e dedizione. A essere in pericolo, tuttavia, non è solo uno spazio fisico. 

È un’intera visione del teatro come bene comune. Ed è, soprattutto, un’opera d’arte totale: quella del maestro Ottavio Coffano, scenografo e pittore astigiano di fama internazionale, che ha costruito — scena dopo scena — l’identità visiva e poetica della Casa del Teatro. Nato ad Asti nel 1945, Coffano si è formato all’Accademia Albertina di Torino, diplomandosi nel 1965. Subito dopo, è diventato assistente del grande scenografo e illustratore Emanuele Luzzati, con cui ha collaborato per anni. Questo periodo ha segnato profondamente la sua formazione artistica e lo ha proiettato in una carriera ricchissima. 

Ha insegnato scenografia all’Accademia di Brera a Milano, scenografia teatrale all’Albertina di Torino, letteratura e filosofia del teatro a Torino, ed è stato Visiting Professor all’Università Complutense di Madrid e in diverse accademie europee. Parallelamente ha lavorato per il teatro di prosa, l’opera lirica e la televisione, coltivando ininterrottamente la sua attività pittorica e sperimentale, con mostre personali e collettive in Italia e all’estero. 

Nel 2020 è stato nominato Maestro del Palio di Asti, massimo riconoscimento culturale cittadino. Dopo anni di assenza dalle scene espositive locali, è tornato recentemente a esporre presso SpazioArte LaRocca, dove ha presentato opere in cui la tecnica pittorica si fonde con la sensibilità scenografica, in un linguaggio maturo, immersivo, evocativo. Alla Casa del Teatro 3, Coffano ha realizzato scenografie originali e site-specific, pensate per quel luogo e per le attività di Arcoscenico. 

Non si tratta di semplici elementi scenici smontabili: sono opere uniche, spesso integrate strutturalmente all’ambiente, nate per dialogare con lo spazio e con il pubblico. La loro distruzione non sarebbe solo una perdita artistica: sarebbe una cancellazione materiale della memoria teatrale e creativa di un’intera generazione. Chiediamo quindi che l’Amministrazione comunale e le istituzioni culturali si assumano la responsabilità — culturale prima ancora che tecnica — di affrontare questa vicenda con la serietà e la visione che merita. 

Chiediamo: 

  • l’apertura immediata di un tavolo pubblico di confronto per individuare una nuova sede per Arcoscenico e per la continuità delle attività teatrali; – un progetto concreto di tutela, archiviazione e valorizzazione delle opere scenografiche di Coffano presenti nella Casa del Teatro; 
  • il riconoscimento formale del valore artistico e civico della Casa del Teatro come bene culturale della città. 

Perdere la Casa del Teatro 3 e l’opera che vi è custodita significa perdere un pezzo del volto culturale di Asti, ma anche la possibilità per le future generazioni di crescere a contatto con il teatro vero, quello fatto di idee, mani, legno, luce e dedizione. Una città che non protegge la propria cultura è una città che rinuncia a se stessa. È nostro compito — e nostra responsabilità — non permetterlo. 

Con rispetto, determinazione e amore per l’arte,

Gruppo Ambiente Asti


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