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Cultura e tempo libero | 22 settembre 2025, 11:28

L’elmetto dei minatori di Marcinelle in mostra al Magmax dal 25 settembre

Apre la temporanea su carbone, petrolio e diamanti. E intanto raddoppia il percorso espositivo

Tomalino, con l'elmetto di Marcinelle, nei nuovi ambienti Magmax

Tomalino, con l'elmetto di Marcinelle, nei nuovi ambienti Magmax

Un elmetto in ferro ricoperto di cuoio, simbolo indelebile della tragedia di Marcinelle. È questo il reperto più emblematico che accoglierà i visitatori della mostra temporanea “Carbone, petrolio, diamanti: vite bruciate”, in apertura giovedì 25 settembre al Magmax di Asti. Un oggetto che porta con sé tutta la memoria di quella catastrofe: l’8 agosto 1956 l’incendio nella miniera di Bois du Cazier costò la vita a 262 lavoratori, di cui 136 italiani.

Il reperto simbolo e gli altri oggetti in esposizione

A scovare il casco, in un negozio di antiquariato di Valenciennes, fu Massimo Umberto Tomalino, ideatore e direttore del museo racchiuso nella Torre Quartero. Non lontano da Marcinelle, dove il reperto sembra quasi portare ancora addosso il peso della storia, quell’elmetto diventerà ora uno dei cardini di un percorso che intreccia memoria, scienza e cultura.

Accanto a lui troveranno spazio numerosi altri oggetti, capaci di catturare l’attenzione anche per il loro potere evocativo. In esposizione ci saranno le fedelissime riproduzioni dei diamanti più celebri al mondo, come il Koh-i-Noor, la Montagna di Luce, l’Hope, il blu di Francia, e la Stella del Sud, rinvenuta da una giovane schiava brasiliana lungo un fiume. Tra i cimeli dedicati al lavoro dei minatori, non mancheranno le lampade che segnarono un secolo di attività estrattiva tra l’Ottocento e il Novecento, inclusa quella di Davy, la prima a introdurre misure di sicurezza fondamentali per i lavoratori.

Ad arricchire la collezione, i modellini d’epoca dei mezzi per il trasporto del petrolio, dalle autocisterne ai vagoni ferroviari fino alle pompe di benzina, arrivati al Magmax dopo aver attraversato collezioni private, mercatini e negozi di antiquariato. E ancora, una preziosa rarità: alcune cartoline postali ottocentesche che raccontarono il lavoro in miniera con l’uso pionieristico del fotomontaggio, tecnica nata proprio a metà del XIX secolo.

Un’apertura attesa

“La mostra – ricorda Tomalino – avrebbe dovuto aprire a marzo, ma abbiamo preferito riprogrammarla a fine settembre per far fronte alle numerose richieste di appassionati e neofiti interessati alle temporanee precedenti, “Vesuvio Verace e Vari Vulcani” ed “Escher cristallografo. Arte al servizio della Scienza”. Adesso è davvero arrivato il momento di aprirla, giusto per accogliere i visitatori di Arti e Mercanti, il 27 e 28 settembre, a due passi dal Magmax”.

L’esposizione resterà aperta fino al 28 febbraio 2026, con accesso su prenotazione e offerta libera. Per fissare data e orario sarà possibile contattare il museo al numero 328.1698691 o scrivere a astimagmax@gmail.com.

Nuovo percorso e attività future

Dal 25 settembre il pubblico scoprirà anche un Magmax con un percorso rinnovato. L’ingresso da corso Alfieri 360 condurrà i visitatori in un itinerario circolare che partirà dal Museo per concludersi dopo aver attraversato la Biblioteca e il Laboratorio. “Gli ambienti sono ora comunicanti – spiega Tomalino – e avvicinano ulteriormente gli spazi dedicati all’esposizione dei materiali e alla ricerca mineralogica. Abbiamo reso ancora più possibile uno dei motivi ispiratori del Magmax: guardare e toccare qui diventa un’unica azione e una grande opportunità”.

La mostra condivide il titolo con il programma di attività 2025 del Museo. Sullo stesso tema è già fissato un appuntamento speciale: l’Evento fuori dalla Torre, in agenda il 28 novembre in Sala Pastrone, organizzato in collaborazione con il Cinecircolo Vertigo.

Redazione

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