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Economia e lavoro | 28 settembre 2025, 07:20

Il Piemonte fatica ancora con le esportazioni: a metà 2025 il calo è del 2,5% e la "colpa" è sempre di automobili e meccanica

Il secondo trimestre segna un -1,4% che comunque sembra regalare meno preoccupazioni rispetto al -3,5% dei primi tre mesi. Coscia (Unioncamere): "I settori chiave pesano sui dati regionali, ma anche le tensioni geopolitiche"

L'automotive è uno dei settori che continuano a soffrire di più, per l'export piemontese

L'automotive è uno dei settori che continuano a soffrire di più, per l'export piemontese

Ancora male, gli affari con l'estero. E, ancora una volta, i colpevoli che finiscono dietro la lavagna sono sempre gli stessi: i mezzi di trasporto (automobili, soprattutto) e meccanica. Lo dicono i dati elaborati da Unioncamere Piemonte, che segnano una soglia di 30,5 miliardi di euro destinati nel primo semestre dell'anno verso i mercati stranieri, ma anche un calo del 2,5% rispetto al primo semestre dell'anno precedente.

La tendenza, tuttavia, sembra essere in miglioramento: se il primo trimestre aveva fatto registrare un -3,5%, il secondo trimestre ha fermato il peggioramento a -1,4%. “Le esportazioni del Piemonte hanno registrato un calo principalmente a causa delle flessioni nei settori chiave come i mezzi di trasporto e la meccanica. Questo risultato, unito alle incertezze geopolitiche, dimostra quanto sia cruciale sostenere le nostre imprese in questa fase complessa - dice Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte -. Dobbiamo concentrarci su politiche di internazionalizzazione e investire in progetti innovativi e ad alto contenuto tecnologico, che rispettino l'ambiente. Solo così potremo valorizzare i nostri punti di forza, come l'agroalimentare e il settore dei metalli che registrano una crescita significativa, e garantire una ripresa solida e duratura per l'economia piemontese”.

In ambito nazionale, questa performance colloca il Piemonte dietro la lavagna: soltanto Campania, Sicilia e Sardegna forniscono risultati altrettanto negativi. Lazio, Toscana e Lombardia, al contrario, garantiscono gli impulsi più positivi e proprio la Lombardia si conferma la regione più esportatrice, seguita da Emilia Romagna, Veneto e Toscana. Il Piemonte si piazza soltanto al quinto posto.

Motori ingolfati

Pur confermandosi il primo settore dell'export piemontese anche nel primo semestre 2025, il comparto dei mezzi di trasporto continua ad attraversare una profonda fase di difficoltà strutturale. La performance complessiva è segnata da una contrazione a doppia cifra (-11%), che ne riduce il peso sul totale regionale dal 23,2% del I semestre 2024 al 21,2% attuale. Ma all'interno del settore ci sono andamenti diversi: se infatti i veicoli precipitano perdendo quasi un quarto della fetta di mercato (-24,4%), la componentistica cerca di resistere (+0,6%), mentre l'aerospazio limite le perdite (-1%). 
Male, come detto, anche la meccanica: la flessione è dell'8,1% rispetto al primo semestre 2024.

A bilanciare questo scenario negativo è tuttavia la notevole performance dei prodotti alimentari e delle bevande, notoriamente in controtendenza. La crescita è dell'1,4%. Ma ancor più significativo è lo sviluppo del comparto dei metalli, che registra un balzo del 10,5%. Più contenuta, ma comunque positiva, la crescita del tessile (+0,9%), mentre soffrono chimica (-0,9%) e gomma-plastica (-4%).

A livello di mercati di destinazione, soffrono molto di più le esportazioni al di fuori dell'Europa (-5,9%) rispetto a quelle all'interno della Ue a 27: -0,2%.  In generale, i migliori clienti restano ancora Francia e Germania, anche se il calo continua per entrambi. I cugini transalpini frenano del 2,4%, mentre in Germania (Paese molto legato alle produzioni automotive piemontesi) la diminuzione è di un punto percentuale. Alle loro spalle si fa spazio la Spagna, terzo mercato di riferimento all’interno dei confini comunitari, che ha registrato una progressione dell’8,1%.

In ambito extra Ue, gli Usa restano - nonostante tutto - il mercato di riferimento per il Piemonte, pesando per il 7,5%. Ma il calo degli scambi verso gli Stati Uniti è stato robusto: -11,8%, mentre verso il Regno Unito si è toccato il -12,5%. Un calo altrettanto forte è quello della Cina, che però pesa solo il 2,5% delle vendite piemontesi. 

A livello provinciale, la sola Torino segna un -4,8%.

Redazione

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