Un nuovo e deciso intervento della Cassazione (ordinanza n. 26521/2025) riafferma che le multe elevate con autovelox privi di omologazione possono essere contestate e annullate. La Suprema Corte ribadisce che è necessaria la procedura completa di omologazione ministeriale per la legittimità delle sanzioni: la semplice “approvazione” non basta a regolarizzare i dispositivi di rilevamento elettronico.
Questa pronuncia, che segue un orientamento consolidato (come già nella nota ordinanza 10505/2024), non solo mette in discussione la legittimità di centinaia di migliaia di verbali, ma conferma l’illegittimità generata da dispositivi censiti ma privi del sigillo formale di omologazione. L'annoso fraintendimento tra le due procedure – “approvazione” e “omologazione” – è stato chiaramente bocciato dai giudici supremi, rafforzando la posizione di quanti da anni contestano multe ricevute da apparecchi non a norma.
Le polemiche nell’Astigiano e in Piemonte
Il tema degli autovelox irregolari ha acceso il dibattito anche nell’Astigiano. Sono stati numerosi, negli ultimi anni, i casi di automobilisti che hanno visto annullare le proprie sanzioni grazie al supporto di associazioni dei consumatori come Globoconsumatori ONLUS, che tiene costantemente informato il pubblico non solo su queste vittorie (sentenze a favore degli utenti annunciate anche da giudici di pace ad Arezzo e in altre sedi) ma anche sulle strategie di autotutela.
Nel 2024, ad esempio, il dibattito si è infiammato quando diverse multe elevate in tutta la provincia sono state annullate proprio per mancanza di omologazione degli apparecchi. Episodi simili si sono verificati su più postazioni nel Nord Astigiano e nel Monferrato, portando a ricorsi collettivi, petizioni e tensioni tra cittadini e amministrazioni comunali. La percezione diffusa era che i Comuni puntassero più sulle sanzioni come leva di bilancio, piuttosto che sulla reale sicurezza stradale, e ciò ha alimentato la critica pubblica.
Le sentenze hanno avuto un forte impatto mediatico e sono state riprese anche da associazioni a livello nazionale, che si impegnano a informare i cittadini sui loro diritti, offrendo consulenza su multe, contravvenzioni e strumenti di tutela, come fa Globoconsumatori (www.globoconsumatori.it). L’invito è a non accettare passivamente i verbali: la mancanza di omologazione resta un valido appiglio per richiedere l’annullamento davanti alle autorità competenti, come avvenuto anche in diversi casi piemontesi citati nelle cronache.
Casi emblematici e ricorsi accettati
In Piemonte il fenomeno non riguarda solo Asti, ma anche altre province dove ricorsi sono stati accolti dai giudici di pace: emblematici i casi maturati in ambito di utilizzo dei modelli “Scout Speed” e “Telelaser”, dove oltre alla mancata omologazione, talvolta sono state riscontrate carenze nella taratura periodica o nella segnalazione della posizione dei dispositivi.
Le associazioni dei consumatori hanno più volte segnalato che, secondo una recente rassegna di sentenze, il Prefetto può annullare la multa se la pubblica amministrazione non deposita tutta la documentazione relativa all’omologazione, alla taratura e all’affissione dei segnali stradali.
Queste vicende continuano a generare un acceso dibattito locale tra chi vede nella rigidità delle regole una garanzia di giustizia e chi, invece, denuncia una perdita di incassi per i Comuni e possibili rischi per la sicurezza stradale. Resta però il dato di fatto: oggi come non mai chi viene multato per eccesso di velocità tramite apparecchiature non omologate può ragionevolmente ricorrere e ottenere l’annullamento della sanzione, rafforzato dalle granitiche sentenze della Suprema Corte.
Per conoscere meglio i propri diritti e avere informazioni e assistenza sui ricorsi, è possibile consultare il sito dell’associazione nazionale consumatori Globoconsumatori ONLUS, da anni impegnata a tutela degli automobilisti e dei cittadini in questi e molti altri casi di interesse sociale.