Due dei principali poli culturali di Asti, il Museo Archeologico e Palazzo Ottolenghi, sono inaccessibili da tempo. Per far luce sulla chiusura prolungata e sulla mancanza di informazioni chiare, alcuni gruppi di minoranza in Consiglio comunale hanno presentato due interpellanze distinte, rivolte al sindaco Maurizio Rasero e all'assessore alla Cultura Paride Candelaresi. L'obiettivo è ottenere un quadro preciso sullo stato dei lavori, sulle tempistiche di riapertura e sulle strategie future per la valorizzazione del patrimonio cittadino.
Il caso del Museo Archeologico: tre anni di attesa
La prima interpellanza, firmata dai gruppi Uniti Si Può, Verdi e Ambiente Asti, accende i riflettori sul Museo Archeologico, chiuso da oltre tre anni. I consiglieri sottolineano come questa situazione stia privando la comunità di un'istituzione fondamentale, custode di reperti di grande valore, tra cui la preziosa sezione egizia. La collezione, attualmente, è di fatto celata al pubblico, rappresentando un "danno culturale e didattico".
L'opposizione chiede quindi trasparenza all'amministrazione. Vogliono sapere quale sia lo stato attuale dei lavori, se esistono criticità tecniche o finanziarie che ne ostacolano la riapertura e, soprattutto, quali siano i tempi previsti per restituire il museo alla città. Inoltre, si interrogano sulla possibilità di allestire un'esposizione temporanea per rendere nuovamente fruibile il patrimonio e chiedono dettagli sui fondi, comunali o sovraordinati, destinati al progetto, comprese eventuali scadenze per la loro erogazione.
Palazzo Ottolenghi e il Museo del Risorgimento
La seconda interpellanza, presentata dal solo gruppo di Uniti si può, si concentra su Palazzo Ottolenghi, storica sede del Museo del Risorgimento. Anche in questo caso, la struttura è "chiusa per restauro" da tempo, senza che sui canali istituzionali vengano fornite indicazioni sulle tempistiche. Un avviso esplorativo per l'allestimento museale, pubblicato il 7 agosto, ha riacceso le speranze, ma le domande restano molte.
I consiglieri chiedono un cronoprogramma ufficiale per la conclusione dei lavori e la riapertura, e sollecitano l'amministrazione a svelare gli orientamenti sul nuovo allestimento. Al centro delle richieste vi sono anche le risorse economiche, con domande precise su quanto sia stato speso finora e su eventuali ulteriori finanziamenti. Infine, si chiede di sapere se, alla scadenza del 22 settembre, siano pervenute manifestazioni di interesse per la cura degli allestimenti e se esistano già collaborazioni con altri enti culturali per la gestione futura del museo. La cittadinanza attende ora le risposte ufficiali per conoscere il futuro di questi importanti tasselli della cultura astigiana.