Mercoledì 29 ottobre, alle 21, il sipario del teatro Sociale di Nizza Monferrato si alza su “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, il classico di Tom Stoppard che apre ufficialmente la stagione 2025/26 all’interno del progetto “Le Colline dei Teatri” con il supporto di Piemonte dal Vivo e delle realtà del territorio, nell’anno degli 800 anni della città di Nizza Monferrato. Una scelta d’apertura dal respiro internazionale, che mette al centro il gioco meta-teatrale, l’assurdo e la leggerezza intelligente, in linea con un cartellone quest’anno ampliato a sette titoli.
Il classico di Stoppard
Rappresentato in tutto il mondo da oltre sessant’anni, il testo di Stoppard rilegge l’“Amleto” di Shakespeare spostando il fuoco sui comprimari Rosencrantz e Guildenstern, che osservano la tragedia come in controluce, cogliendone i tratti più surreali e farseschi. Il risultato è una commedia filosofica e vertiginosa, capace di interrogare il caso, il destino e l’identità con un umorismo tagliente che ha reso l’opera un pilastro del teatro contemporaneo.
Il cast: Pannofino, Acquaroli, Sassanelli
In scena una formazione di volti amatissimi: Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli nei panni del duo titolare, con Paolo Sassanelli a guidare il gioco nel ruolo del Capocomico, affiancati da Andrea Pannofino e Chiara Mascalzoni. La regia è di Alberto Rizzi, che immagina i due protagonisti come maschere tragicomiche capaci di fondere l’umorismo verbale inglese con la fisicità popolare della tradizione italiana.
Una macchina scenica in movimento
Cuore della messinscena è un marchingegno “medievale” che ibrida il carro della Commedia dell’Arte con un palcoscenico a due piani di memoria elisabettiana: un dispositivo giocoso, mutevole, che si trasforma di volta in volta in teatro, castello, nave, accompagnando il viaggio dei protagonisti e del pubblico dentro e fuori l’“Amleto”. Un linguaggio scenico mobile e accessibile, popolare nel senso più shakespeariano, pensato per parlare a tutti senza rinunciare alla complessità del testo.
Lo spettacolo è prodotto da Gli Ipocriti, in collaborazione con Ippogrifo Produzioni e con partner istituzionali e di distribuzione nazionali; la scena porta la firma di Luigi Ferrigno. L’allestimento italiano si inserisce in un percorso di tournée che tocca teatri e circuiti importanti, confermando la vitalità di un titolo che continua a dialogare con il presente.
Parola agli artisti
In controluce, la poetica di Stoppard rimane la chiave: “spiare l’Amleto dal buco della serratura” e ribaltare la gerarchia dei personaggi per trasformare i margini in centro, la tragedia in una farsa sull’esistenza, tra gag e pensiero. È qui che la coppia Pannofino–Acquaroli, guidata da Rizzi, promette un equilibrio di ritmo, ironia e malinconica leggerezza che ha fatto la fortuna del testo sulle scene internazionali.










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