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Cultura e tempo libero | 25 novembre 2025, 15:10

Asti e la dinastia sabauda, una conversazione tra passato e presente

Ieri pomeriggio l'incontro con Aimone di Savoia ed i relatori Piano e Lanza sulla figura di Beatrice del Portogallo

Ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin

Ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin

Un pomeriggio all'insegna della rievocazione storica e del prestigio istituzionale quello che si è svolto ieri, lunedì 24 novembre, nelle eleganti sale di Palazzo Alfieri ad Asti. Dove un pubblico attento ha partecipato all'incontro promosso dal Rotary Club Asti e dall'International Inner Wheel, un appuntamento culturale che ha visto la città riannodare i fili del proprio passato.

Ospite d’eccezione dell'evento è stato Aimone di Savoia, la cui presenza ha conferito un valore simbolico tangibile alla conversazione incentrata sui legami tra il territorio astigiano e la Real Casa Savoia. L'iniziativa, intitolata "La Conversazione da Beatrice del Portogallo a Emanuele Filiberto di Savoia", ha offerto un'opportunità unica per approfondire le dinamiche politiche e diplomatiche che portarono Asti nell'orbita sabauda.

A condurre la narrazione storica sono stati chiamati due esperti del settore: Rosellina Piano, nota scrittrice astigiana, e Maurizio Lanza, autore di diverse pubblicazioni di rilievo, tra cui "Asti nel XVI secolo. Frammenti di storia". Attraverso il loro dialogo, i relatori hanno illustrato come la città, un tempo uno dei comuni più potenti del Piemonte medievale, sia entrata progressivamente a far parte dei domini dei Savoia durante la loro espansione verso est.

L'attenzione si è concentrata in particolare sulla figura chiave di Beatrice del Portogallo, detta anche Beatrice d'Aviz. Figlia del re Manuele I e moglie del duca Carlo II di Savoia (detto il Buono), Beatrice fu la vera artefice dell'acquisizione della contea astigiana. Grazie alla sua parentela con l'imperatore Carlo V d'Asburgo, di cui era cognata, riuscì a ottenere nel 1530 i diritti sul marchesato di Ceva e sulla contea di Asti; territori che l'imperatore aveva precedentemente ricevuto dal re di Francia Francesco I con la Pace di Cambrai.

La formale donazione, avvenuta a Gand nell'aprile del 1531, segnò l'inizio di un nuovo capitolo per la città. Le cronache del tempo, citate durante la conversazione, descrivono la duchessa come una donna "bella, brillante e ambiziosa", capace di reggere con saggezza e lungimiranza il governo locale fino alla sua morte nel 1538. Un'eredità politica e territoriale pesante, che fu poi trasmessa al figlio, il duca Emanuele Filiberto, e ai suoi successori, consolidando definitivamente il legame tra Asti e la dinastia sabauda.

Redazione

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