Anche quest’anno Asti non è stata in silenzio il 25 novembre, giornata contro la violenza di genere. I due eventi che hanno acceso il centro nel tardo pomeriggio hanno dimostrato che quanto è accaduto ieri non debba cessare una volta tornati a casa - posando i cartelloni orgogliosamente sfoggiati, i cori urlati o le canzoni cantate - ma essere una forza, un interesse che ci unisca ogni giorno.
Una panchina per ricordare
Presentata in corso Alfieri 412 la panchina contro la violenza. Si tratta molto più di una semplice panchina colorata, ma di un vero e proprio riallestimento urbano: quella che per anni è stata una fermata del pullman, un punto di attesa, diventa ora da un’idea della Cna di Asti, una zona di riflessione, un luogo per ricordare.
“Nei pannelli retrostanti alla panchina sono state rappresentate tutte le forme che la violenza assume: quella fisica, economica, sessuale e psicologica” ha spiegato Lia Merlone, presidente della Cna di Asti. Associazione di categoria presente anche con Monica Percelsi (presidente di CNA Impresa Donna Piemonte), Delio Zanzottera (Segretario Regionale CNA Piemonte) e Rachele Sinico (coordinatrice CNA Impresa Donna Piemonte)
Facente parte delle Panchine rosse, progetto degli Stati generali delle donne, l’iniziativa gode del patrocinio della città di Asti, il contributo Asp e l’intervento de l’Orecchio di Venere.
“Ho accolto molto favorevolmente la vostra proposta, ho portato la vostra idea in giunta e tutti ovviamente l'hanno accolta. Ringrazio la CNA, perché non solo avete riqualificato la zona, ma avete creato uno spazio di memoria” è intervenuta il vicesindaco Stefania Morra, accompagnata dagli assessori Eleonora Zollo e Loretta Bologna.
Presenti e soddisfatti della collaborazione anche l’amministratore Asp Massimo Cimino e il presidente Asp Fabrizio Imerito: “Siamo davvero orgogliosi di partecipare a questa iniziativa. Questo simbolo è un richiamo per combattere la violenza contro le donne non come fatto privato, ma che riguarda tutta la collettività. Sia uomini che donne devono essere sensibilizzati perché anche chi si gira dall'altra parte è colpevole, non dimentichiamocelo. Non potevamo che essere favorevoli di essere partner e per quello che potevamo fare. Speriamo non sia l’ultima occasione di riqualificare un piccolo arredo urbano insieme al Comune, magari concentrandoci anche su fermate di autobus attive, ce lo auguriamo”.
“Cna si impegna quotidianamente a sensibilizzare attraverso la campagna ‘8x365: un anno di parità’, che ribadisce come la parità di genere non debba essere una ricorrenza da celebrare solo un giorno, ma dev’essere un impegno da portare avanti, ogni giorno dell'anno. L'iniziativa nasce per mantenere viva l'attenzione sul ruolo delle donne nelle imprese, nel lavoro e nella società e per promuovere un dialogo costante fatto di formazione, fatto di informazione, sensibilizzazione e azioni concrete. Ci tengo particolarmente a ringraziare tutte le associazioni che si occupano giornalmente e concretamente di violenza su tutte le donne” ha commentato Monica Percelsi, presidente Cna impresa donna piemonte.
Presente infine Elena Chechile, presidente del Centro antiviolenza provinciale L’orecchio di Venere, componente attiva nella creazione del progetto: è stata ricordata l’importanza del servizio - si ricorda contattabile attraverso il numero 1522 - attivo tutti i giorni dell’anno 24 ore su 24. “Cosa mi auguro per il centro antiviolenza? Che chiuda, che non serva più. Spesso ci chiedono come faccia ad esistere ancora la violenza se siamo in così tanti attivi in queste cose. Continua a esistere perché evidentemente non facciamo abbastanza…quindi forse anziché 24 ore forse, ne dovremmo lavorare 48, tutti insieme. Ciò chiedo è di essere tutti sentinella, poter captare quel piccolo segnale; una telefonata in questo caso salva davvero la vita”.
Il corteo di Non una di meno
Partito alle 18 da piazza Cairoli, ha proseguito per corso Alfieri, piazza Alfieri, corso Einaudi, via Cavour, giungendo al suo termine in piazza San Secondo. Un pubblico costituito da giovani e adulti, donne e uomini. Cartelloni, cori e canzoni hanno reso meno fredda la quasi notturna passeggiata di un pubblico da cui forse ci si aspettava più numero, ma che nel suo piccolo ha le idee chiare e non intende fermare le iniziative per dimostrarlo.
Bandiere della pace e della Palestina, considerate inutili o strumentali, ribadiscono al contrario il concetto che il movimento e i partecipanti (almeno una buona parte) portano con sé: la violenza non è di una sola specie e va combattuta in ogni sua forma, il corteo o la manifestazione devono essere pretesto di unione per porre fine a queste tragedie, non separarle in scomparti.
Il corteo è terminato però con una nota purtroppo amara: proprio nella stessa giornata di ieri è saltata l’approvazione del “ddl consenso” in Senato. L’emendamento - già approvato dalla Camera - avrebbe imposto l’esistenza di un consenso “libero e attuale” per poter definire il rapporto sessuale come tale e, in caso contrario, come stupro (reato punibile con reclusione da 6 a 12 anni). Ieri sarebbe dovuto essere definitivamente licenziato, ma alla richiesta dei partiti di maggioranza di esaminare ulteriormente il testo prima di licenziarlo, non trovando quindi un accordo unanime in commissione che ne permettesse l’approvazione. Un avvenimento che durante il momento di microfono aperto agli interventi è stato fatto presente e che lascia una porta aperta ad una possibilità di manifestazione ancora più ampia e sentita.




































